Pedemontana, Zaia: «Nessun buco, il deficit era noto». Da Roma in arrivo altri soldi

Il governatore ai consiglieri di opposizione: "Imparate a leggere le carte prima di parlare"

Pedemontana, Zaia: «Nessun buco, il deficit era noto». Da Roma in arrivo altri soldi
VENEZIA - Potrebbero arrivare soldi dallo Stato per la Pedemontana Veneta? Ieri, a Venezia, il ministro Matteo Salvini l'ha lasciato intendere - «Vedremo di farci...

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VENEZIA - Potrebbero arrivare soldi dallo Stato per la Pedemontana Veneta? Ieri, a Venezia, il ministro Matteo Salvini l'ha lasciato intendere - «Vedremo di farci carico, come Stato, di finire quello che è in corso» - anche se si tratta di un'opera regionale. Un'opera su cui si continua a polemizzare, visto che in sede di illustrazione del bilancio 2023 in Seconda commissione consiliare, a Palazzo Ferri Fini, è emerso che la Regione Veneto metterà 24 milioni l'anno prossimo, 15,7 nel 2024 e 14,1 nel 2025. E questo perché le entrate da pedaggi non basteranno a pagare il canone di disponibilità al concessionario, la società Sis, che sta costruendo la superstrada che collegherà Montecchio Maggiore a Spresiano.


«Bisognerebbe imparare a leggere le carte prima di parlare - ha detto il presidente della Regione, Luca Zaia -. Il piano finanziario della Pedemontana prevedeva già i primi anni di deficit, ma alla fine dei 39 anni un guadagno. Non c'è nessuna novità, non è un buco». Gli uffici tecnici della Regione hanno poi diffuso una nota: Stupisce che gli argomenti ancora oggi utilizzati da alcuni consiglieri regionali per parlare della Pedemontana Veneta siano ancora i costi per la Regione del funzionamento dell'infrastruttura, che già erano stati previsti, commentati e resi ampiamente noti nel 2017, al momento dell'approvazione della rimodulazione della concessione con il concessionario. A seguire è stato fornito un riassunto della vicenda: La Regione è intervenuta al termine della gestione commissariale dell'opera per cercare di portare a termine la nuova strada, fortemente voluta dal territorio, che all'epoca era stata realizzata per il 25%. Nelle trattative la Regione ha ottenuto la riduzione dei ricavi del concessionario nei 39 anni di oltre 10 miliardi di euro e nel contempo ha concesso un contributo aggiuntivo di 300 milioni di euro per rendere l'opera bancabile. I ricavi da pedaggio vengono incassati dalla Regione e si paga un canone di disponibilità al concessionario. A regime le stime confermano che le entrate dei pedaggi parificheranno il costo del canone e nei 39 anni della durata della concessione il saldo sarà positivo. Al momento dell'approvazione in consiglio regionale nel 2017 era stato ampiamente argomentato a tutti i consiglieri che tuttavia i primi 10 anni sarebbero stati in perdita per il normale e prevedibile avvio dell'utilizzo dell'infrastruttura, cosidetto rump-up, consegnando proprio la tabella della professoressa della Bocconi, Veronica Vecchi, che oggi è tornata alla ribalta. Quindi nella proposta di bilancio regionale è prevista unicamente la perdita, non preventivabile allora, derivante dalla mancata ultimazione dell'attacco di Pedemontana alla A4 a Montecchio Maggiore, lavori condotti dalla società Brescia-Padova fortemente in ritardo. Da sottolineare che gli stessi erano iniziati molto prima di Pedemontana Veneta. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino