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TREVISO - Adesso c’è anche la data: venerdì 28 maggio. Giorno da segnare sul calendario e da ricordare, perché sarà quello dell’inaugurazione del primo tratto di Pedemontana nella Marca, tra Bassano Ovest e Montebelluna. Si tratta di 35 chilometri che collegheranno la provincia di Treviso a quella di Vicenza e apriranno un nuovo capitolo nella travagliata storia della viabilità veneta. «La Pedemontana è la più grande opera pubblica in costruzione in Italia», ripete a ogni occasione il governatore Luca Zaia. I numeri, del resto, lo confermano: 94,5 chilometri di superstrada a pagamento; quattordici caselli, in pratica uno ogni 5,9 chilometri; trentasei comuni coinvolti; 2,258 miliardi di euro di investimento. L’infrastruttura, data dalla Regione in concessione al consorzio Sis, è stata concepita trent’anni fa e continuamente rimandata nonostante un sistema economico bisognoso più che mai di una viabilità all’altezza.
IL QUADRO
Adesso l’orizzonte inizia a schiarirsi: i 35 chilometri tra Bassano e Montebelluna si vanno ad aggiungere alla trentina già disponibili, di cui 15 inaugurato a novembre per collegare l’uscita di Bassano a Breganze.
I NODI
E se il mondo economico si sfrega le mani - il completamento della Pedemontana è stato invocato più volte anche da Mario Pozza, neo-confermato presidente della Camera di Commercio Treviso-Belluno - una fetta di ambientalismo veneto resta in fermento. L’incubo è il consumo del suolo, critica a cui la Regione però ribatte facendo notare che il tracciato della Pedemontana è noto dal 1990. E quello è rimasto. L’anomalia forse è aver atteso più di trent’anni per arrivare a un risultato. Ma non solo. Anche i sindaci direttamente coinvolti si dibattono tra la soddisfazione di un’infrastruttura destinata a risolvere non pochi problemi di traffico e l’esigenza di realizzare al più presto opere complementari. E Zaia, anche su questo fronte, è molto preparato. Di recente ha ricordato: «Abbiamo realizzato 68,3 chilometri di opere complementari, in pratica un’altra Pedemontana. E poi gli espropri: la Regione ha pagato 300 milioni di euro ai cittadini che hanno ceduto i loro terreni». Quando, a metà aprile, si è avuta la certezza che il tratto trevigiano sarebbe comunque arrivato entro maggio, il governatore ne aveva anche approfittato per togliersi un sassolino dalla scarpa: «Dedichiamo l’apertura della Bassano Ovest-Montebelluna a chi ha tifato per una vita affinché restasse una ferita sul territorio. Il nostro ringraziamento va agli operai e agli espropriati».
NEL TERRITORIO
La notizia del nuovo tratto ormai completato e pronto per essere inaugurato tra due settimane è stata accolta con grande favore dei sindaci più direttamente interessati, Luciano Fregonese di Valdobbiadene e Claudio Sartor Cornuda. Per la loro zona “Pedemontana” vuol dire possibilità di connettersi con le principali vie di comunicazione. E lo dicono apertamente: «Accogliamo con giubilo la notizia dell’apertura della Pedemontana Veneta nel tratto tra Montebelluna e Bassano, lo attendiamo da trent’anni». Anche loro però si attendono un completamento dell’opera con strutture addizionali, ovvero un nuovo ponte di Vidor, infrastruttura comunque già presente nei programmi.
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Il Gazzettino