Venezia, si dimette il segretario Pd: «Troppo ascolto ai cerchi magici»

Giorgia Scattolin
VENEZIA- «Lo impone il risultato elettorale: oggi, con effetto immediato, rassegno le mie dimissioni da segretario del Pd Metropolitano di Venezia». Lo annuncia...

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VENEZIA- «Lo impone il risultato elettorale: oggi, con effetto immediato, rassegno le mie dimissioni da segretario del Pd Metropolitano di Venezia». Lo annuncia Gigliola Scattolin. «Spetta anzitutto a me, ancora una volta, fare un passo indietro. Una decisione dolorosa, tanto quanto l'esito della campagna elettorale del Pd in queste elezioni. È il mio secondo passo indietro, dopo il tentativo di far capire, prima della chiusura delle liste, che necessariamente, disperatamente, occorreva, pensare meno a sé stessi e più al partito. Serviva ascoltare i circoli sul territorio e meno i cerchi magici. Ma niente. Ognun per sé e Dio per tutti. E così è stato».


ll Pd, ammette Scattolin, «non riesce più a parlare al Paese. Ne prendo atto e non mi tiro fuori dalle responsabilità di un partito che sembra ormai allergico alla sintesi e del tutto incline ai tatticismi. Non c'è un dna più puro da rivendicare a sinistra: i compagni che hanno lasciato il Pd perché anti-renziani, non sono la causa della sconfitta, ne sono lo specchio». «Dunque, faccio un passo indietro - aggiunge -. Mi aspetto che lo stesso facciano ora il segretario comunale Giorgio Dodi e il presidente dell'Assemblea metropolitana Emanuele Rosteghin
».


SEGRETARIO VENETO
-  «La sconfitta è nettissima, è cambiato totalmente il vento» ammette il segretario veneto del PD Alessandro Bisato commentando la debacle elettorale nella regione. «Le cause interne le verificheremo - sottolinea - per la parte locale abbiamo avuto un risultato sulla falsariga di quello nazionale». Come in passato, ricorda Bisato, i democratici «hanno tenuto nelle aree urbane, perdendo punti nel resto del Veneto». Parlando della sconfitta a Venezia ma anche del risultato complessivo del centrodestra, il segretario veneto spiega il voto di ieri a favore del Carroccio «con la rabbia per i problemi legati all'accoglienza dei migranti e per la crisi che morte ancora». «Si sapeva che M5s era la novità - aggiunge - ma val la pena di ricordare che la quota del 20% degli elettori che si era dichiarata indecisa alla fine è andata alle urne e ha votato proprio loro».

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Il Gazzettino