La decisione è stata accolta con sollievo, un senso di liberazione. Dopo svariati rinvii, il più clamoroso quello dello scorso giugno, il congresso del Pd veneto si...
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Il percorso di avvicinamento prevede alcune tappe: il termine per le candidature scade lunedì 6 febbraio alle ore 18. I giorni per “pensarci”, quindi, sono una ventina. Poi 42 giorni di campagna elettorale. Il 4 marzo è invece il termine ultimo per la presentazione delle liste: al riguardo, la novità è la possibilità di presentare più liste a sostegno di un candidato segretario. E solo se questi saranno più di tre (cioè da 4 in su) ci sarà il passaggio nei circoli, dal 10 al 23 febbraio. Che i cavalli in corsa saranno più d’uno è certo: la minoranza bersaniana, riunitasi giovedì sera, ha deciso che presenterà un suo nome.
Da oggi, dunque, si aprono i giochi, le riunioni, le trattative sui nomi, gli assetti, i programmi. Il pallino è in mano alla maggioranza renziana, la stessa che in questi mesi non è riuscita a trovare l’accordo su un nome che andasse bene a tutti. Ai nastri di partenza odierni, la situazione appare questa: il blocco di stretta osservanza renziana è pronto a puntare sulla deputata veronese Alessia Rotta. Ma le altre anime della maggioranza - dall’area Martina ai Giovani Turchi - non vogliono più portare acqua “gratis” al mulino di Renzi adesso che il leader non ha più la polvere di stelle, mentre sono disponibili a soluzioni “condivise”. Ad esempio nell’area Martina si fanno i nomi dei deputati Diego Zardini e Federico Ginato. Da seguire con attenzione le mosse dei Giovani Turchi che starebbero valutando di passare all’opposizione e magari lanciare nella sfida il consigliere regionale Graziano Azzalin. Il loro referente, Alessandro Naccarato, non si sbilancia: «Finalmente, con un anno di ritardo, c’è un punto fermo: il congresso si farà. Era la cosa più importante, il resto lo vedremo nelle prossime settimane». Quanto all’attuale minoranza, invece, probabile converga sulla deputata autonomista Simonetta Rubinato, non bersaniana, ma all’opposizione nel Pd veneto, già rivale di Alessandra Moretti alle primarie del novembre 2014. Rubinato per ora non scopre le carte, ma ci sta pensando. Il deputato Davide Zoggia dà qualche indizio: «Proveremo a disegnare un Pd non esclusivamente legato alla segreteria nazionale, serve una discontinuità che sappia parlare al Veneto, a partire dai temi dell’autonomia e del lavoro. Ci vuole una figura conosciuta, in grado di mobilitare».
All’appuntamento di marzo guarda con fiducia Roger De Menech: «È stata una bella direzione - dice - molto partecipata, abbiamo analizzato i risultati delle elezioni provinciali, per noi confortanti. Quale sarà lo “schema di gioco” del congresso? Diciamo che non può essere questo il momento della conta. C’è bisogno di un’area che guardi al Veneto. Non possiamo dividere l’atomo se vogliamo sfondare il muro leghista». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino