Dopo tre mandati alla Camera dei Deputati, Gabriele Frigato è sempre più vicino alla candidatura a sindaco di Rovigo per il Partito Democratico. Uomo di riferimento...
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EFFETTO PRIMARIE
All'indomani delle primarie nazionali, che hanno premiato con un ampio vantaggio il neoeletto segretario Nicola Zingaretti, i dem polesani tornano a focalizzarsi sulle elezioni Amministrative. Con la caduta di Massimo Bergamin lo scorso 21 febbraio, è ovvio che la tornata elettorale per la città di Rovigo sia immediatamente balzata in cima all'elenco delle priorità, rispetto agli altri 32 comuni polesani al voto. Il problema è che se già prima delle primarie il clima non era affatto disteso, adesso la situazione è persino peggiorata. Azzalin, sostenitore della prima ora di Zingaretti, ha dovuto forzatamente abbassare le armi contro Nadia Romeo e la sua fazione, visto che anche loro sono saliti in extremis sul carro dei vincitori dopo l'uscita di scena della loro prima scelta Francesco Boccia: così hanno cominciato a ragionare a tavolino su come riportare il Pd a guidare il Comune di Rovigo dopo le due sonore sconfitte del 2011 (il candidato era il renziano Federico Frigato, cugino di Gabriele) e del 2015 (candidata sindaco Nadia Romeo).
CONTATTI FEBBRILI
Voci di corridoio sostengono che le lunghe e continue telefonate tra i diversi componenti delle due correnti di partito servano a trovare la quadra necessaria a conciliare tutte le differenti anime interne, cercando così di preparare il terreno all'ex parlamentare Gabriele Frigato. Un nome che di certo accontenterebbe Nadia Romeo e che non dispiacerebbe ad Azzalin, ma che allo stato attuale non sembra convincere tutti. Più che altro perché non sarebbe in grado di riportare all'interno della segretaria provinciale rodigina quell'unità che sembra divenuta una leggenda per il Partito Democratico, visto il clima che ormai da sempre lo caratterizza. Quello dell'unità, poi, sarebbe un criterio fondamentale per questo progetto, visto che si vorrebbe replicare un modello Merchiori: tutti dentro in un listone a marchio Pd, farcito di nomi di alto profilo per raccogliere una gran quantità di voti in grado di trainare Frigato almeno fino al ballottaggio. Dopodiché, ed è qui che la strategia vuole andare a parare, la loro speranza è che arrivati al secondo turno il candidato sindaco possa ricevere un ulteriore sostegno da qualcuno del centrodestra, qualcuno che, come Frigato, abbia un lungo trascorso nella Democrazia Cristiana e che possa, in nome dei vecchi tempi, dargli uno slancio utile a sconfiggere il rivale che tutti, da destra a sinistra, temono di più: Silvia Menon. Sì, perché la donna di ferro dell'omonima lista civica rodigina ha ormai chiuso le porte in faccia a qualsiasi pretendente, Pd incluso, e il pensiero che a Rovigo possa ripetersi lo stesso scenario delle elezioni comunali 2018 di Adria, vinte proprio al secondo turno dal sindaco civico Ormar Barbierato, sta facendo tremare le gambe di centrodestra e centrosinistra. Se i dem riusciranno a sviluppare questa strategia elettorale, però, non è dato saperlo, perché, come si è già visto in passato, l'unico loro nemico sono... se stessi.
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Il Gazzettino