Padova. Paziente muore dopo un intervento chirurgico in ospedale, maxi risarcimento alla famiglia

I parenti riceveranno 760 mila euro: così termina la battaglia legale. Il paziente si era sottoposto a endoprotesi Valiant in aorta toracica

Muore dopo un intervento in ospedale, famiglia risarcita
PADOVA - Dopo quasi dieci anni, la famiglia di un paziente deceduto in Azienda ospedaliera a seguito un intervento di chirurgia vascolare ha ricevuto un maxi risarcimento danni di...

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PADOVA - Dopo quasi dieci anni, la famiglia di un paziente deceduto in Azienda ospedaliera a seguito un intervento di chirurgia vascolare ha ricevuto un maxi risarcimento danni di 760 mila euro. Si chiude così la battaglia legale portata avanti dagli eredi di D.B.P. che nel 2014 hanno voluto fare chiarezza sul drammatico caso. Tutto inizia nel 2013, quando l'uomo si sottopone ad un intervento chirurgico di endoprotesi Valiant in aorta toracica nel reparto di Chirurgia Vascolare. Dopo qualche tempo, però, le condizioni precipitano e il paziente muore per arresto cardiocircolatorio a seguito di shock settico e tumefazione alla coscia destra con anemizzazione. Come emerge dalla delibera di liquidazione, pubblicata nei giorni scorsi dall'ospedale universitario, la famiglia sin da subito ha puntato il dito contro «il tardivo ed inadeguato trattamento dell'ematoma formatosi post intervento chirurgico e l'omessa esecuzione di terapia trasfusionale». Da qui parte il ricorso volto ad accertare un nesso di causalità tra il decesso del ricoverato e la condotta dei sanitari intervenuti.

Le motivazioni

La consulenza tecnica d'ufficio ha evidenziato «come la profilassi anticoagulante somministrata al paziente, nelle fasi pre e post operatoria si dimostrava inadeguata relativamente alle comorbilità di cui lo stesso era affetto, con particolare riferimento all'insufficienza renale cronica, risultando un sovradosaggio di EBPM che ha comportato una complicanza emorragica manifestatasi con la formazione di un ematoma della coscia destra». La complicanza emorragica, secondo la consulenza tecnica d'ufficio, «diagnosticata tardivamente, ha causato uno scompenso emodinamico il quale, incidendo in un organismo già gravato da patologie cardiovascolari, esitava in una perforazione intestinale che ha portato alla morte del paziente». Secondo la perizia tecnica, quindi, c'è il nesso di causa pieno tra le condotte dei sanitari intervenuti ed il decesso del signor. D. B. P.

La quantificazione del risarcimento

Gli eredi della vittima hanno chiesto il riconoscimento dei danni iure proprio e iure hereditatis, patrimoniali e non patrimoniali (che comprendono anche i danni morali, di tipo psichico per la perdita del legame parentale). Tra il 2021 e il 2022, nel corso del procedimento giudiziale, si arriva alla proposta di definizione delle posizioni per 760 mila euro e qui entrano in gioco le compagnie assicurative dell'ente sanitario. L'istruttoria condotta dal Loss Adjuster della Compagnia di Assicurazione Lloyd's New Line, competente all'epoca dei fatti, ha portato alla predisposizione di un dettagliato report in cui, tenuto conto degli esiti della consulenza tecnica, è stato evidenziato come «la transazione appariva vantaggiosa, atteso che la recente adozione delle Tabelle del Tribunale di Milano ed. 2022, ha comportato un incremento molto significativo dei risarcimenti per il "danno non patrimoniale da lesione del rapporto parentale", per cui sulla base dei conteggi da sviluppare alla luce delle nuove Tabelle, il danno complessivo del sinistro varrebbe all'incirca un milione di euro». Così è stata autorizzata la liquidazione del sinistro per 760 mila euro, di cui 500 mila a titolo di franchigia assoluta a carico dell'Azienda Ospedale Università Padova, da versare direttamente al Loss Adjuster Contec S.r.l . di Genova ed 260 mila quale importo a carico della Compagnia Assicurativa Lloyd's Newline. 

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Il Gazzettino