Vanno in pausa pranzo senza timbrare il cartellino, tre guardie forestali patteggiano

Pause pranzo senza timbrare il cartellino, tre guardie forestali patteggiano
PORDENONE - Pause pranzo senza timbrare il cartellino e le auto di servizio utilizzate a scopo personale. L'inchiesta del procuratore Raffaele Tito su sette guardie forestali...

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PORDENONE - Pause pranzo senza timbrare il cartellino e le auto di servizio utilizzate a scopo personale. L'inchiesta del procuratore Raffaele Tito su sette guardie forestali in servizio tra le stazioni di Maniago, Pinzano e la sezione di polizia giudiziaria della Procura di Udine si è chiusa con tre patteggiamenti per truffa ai danni della Regione Fvg, false attestazioni sull'orario di servizio e peculato d'uso, due messe alla prova, un proscioglimento e - per l'unica posizione stralciata e trasmessa per competenza a Udine - una richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura del capoluogo friulano. La vicenda, che risale al 2021, ha avuto conseguenze pesantissime dal punto di vista disciplinare, perché la Regione ha licenziato sei dipendenti su sette.


L'UNICO PROSCIOLTO
L'ispettore Sandro Toffolutti, 59 anni, di Pinzano, coordinatore della stazione di Maniago, è stato l'unico ad avere evitato il licenziamento. Sospeso per sei mesi nel corso delle indagini, è uscito dal procedimento penale senza alcuna conseguenza: ieri il gup ha dichiarato il non luogo a procedere per tutte le ipotesi di accusa e lo ha prosciolto perché il fatto non sussiste. Gli erano state contestate tre pause pranzo, poco più di 4 ore che non avrebbero dovuto essere retribuite. «In realtà - spiega l'avvocato Antonio Malattia - ha dimostrato che aveva registrato regolarmente le pause, ma che nel farlo aveva sfasato gli orari. La Regione aveva quantificato un danno di 109 euro a fronte di un credito di 3mila euro maturato da Toffolutti e mai messo in conto per il lavoro svolto al di fuori dell'orario di servizio».


I PATTEGGIAMENTI
Per l'ipotesi di falso materiale e ideologico in atti pubblici è stato dichiarato per tutti il non luogo a procedere: il fatto non sussiste. L'ipotesi di peculato, in relazione all'uso delle auto di servizio per scopi personali, cioè per andare a pranzo, è stata derubricata in peculato d'uso. È rimasta intatta l'accusa di truffa ai danni della Regione e la violazione del Testo unico sul pubblico impiego in merito alle false attestazioni dell'orario di servizio. Armando Rosa Gastaldo, 64 anni, di Maniago, ex comandante della stazione di Pinzano difeso dalle avvocate Sonia Faion e Benedetta Zambon, ora in pensione, ha patteggiato 8 mesi e 400 euro di multa (pena sospesa) per 25 episodi monitorati dai carabinieri di Maniago, che hanno documentato assenze ingiustificate anche di 3, 4, 5, 6 e, in un caso, di 8 ore. L'avvocato Malattia ha concordato 9 mesi e 600 euro di multa (pena sospesa) per l'ex ispettore Mario Osti, 62 anni, di Maniago, dove era in servizio e a cui si contestavano 50 mancate timbrature tra marzo e ottobre 2021, con differenze di orario di 1/2 ore circa. Anche Vittorino Marcolina, 69 anni di Frisanco, ha patteggiato 7 mesi e 450 euro di multa. «Il mio assistito - spiega Malattia - ritiene di non aver arrecato alcun danno alla Regione, avendo maturato al contrario un credito retributivo teorico significativo, in relazione alle ore lavorate senza chiedere alcuna retribuzione né recupero. Affrontare il processo sarebbe stato troppo oneroso dal punto di vista economico, per questo ha deciso di patteggiare, ma nel contempo ha impugnato il licenziamento, farà valere le proprie ragioni in sede civile.


PROCESSO SOSPESO
Il procedimento è stato sospeso per altri due ex forestali. Sono Alessandro Di Daniel, 62 anni, di Maniago e Franco Mazzoli, 66, di Maniago. Hanno entrambi chiesto la messa alla prova e sono in attesa del programma per i lavori di pubblica utilità che sarà predisposto dall'Uepe. Di Daniel era chiamato a rispondere per quattro pause pranzo e un'assenza ingiustificata di 6 ore e mezza, mentre a Mazzoli la Procura aveva contestato nove mancate timbrature.


POSIZIONE STRALCIATA


Infine, la Procura di Udine - alla quale Tito aveva trasmesso per competenza gli atti - ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex forestale Barbara Levis, 48 anni, di Pozzuolo, difesa dall'avvocato Alberto Tedeschi e finita nell'inchiesta pordenonese sulla base di alcuni spostamenti ritenuti ingiustificati. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino