Ha ucciso il pensionato con il suv, la "pirata" era già fuggita 5 anni fa

Il suv senza la targa
MARTELLAGO - Paula Alina Matei, la giovane romena che domenica ha investito e ucciso con la sua auto il pensionato Gino Stevanato, ha dei gravi precedenti in fatto di violazione...

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MARTELLAGO - Paula Alina Matei, la giovane romena che domenica ha investito e ucciso con la sua auto il pensionato Gino Stevanato, ha dei gravi precedenti in fatto di violazione del codice della strada.


Prima del tragico incidente che è costato la vita all’anziano di Olmo, la 25enne aveva già infilato una lunga serie di gravi violazioni al codice della strada. In particolare cinque anni fa, nel 2010, era già fuggita un'altra volta per sottrarsi alle proprie responsabilità, proprio come ha fatto domenica mattina in via Olmo, anche se allora non ci scappò il morto. L’incidente avvenne a Preganziol, in provincia di Treviso, dove Paula Alina Matei risiedeva in precedenza.

La giovane era finita contro un albero sfasciando la macchina e se l'era svignata a piedi, ma successivamente era stata riconosciuta da alcuni testimoni e, anche in quel caso, fu subito individuata e sanzionata dai carabinieri.



Ma nei tre anni successivi di infrazioni ne ha collezionate parecchie, vedendosi decurtati molti punti sulla patente. Al punto che nel 2013 il permesso di guida le è stato revocato in tronco e non soltanto sospeso. Non aveva perciò la patente e non poteva fare niente per riottenerla. Peccato però che continuasse a guidare come nulla fosse. Finendo per diventare un autentico pericolo pubblico: circostanza, questa, che non farà che acuire la rabbia dei familiari. E anche le loro perplessità nei confronti del noalese che le ha prestato il Suv con cui ha travolto il povero pensionato di Olmo, e a carico del quale, almeno al momento, non è stato assunto alcun provvedimento.

«La moglie di chi le prestò l’auto era un’amica stretta della giovane rumena», raccontano i familiari di Gino Stevanato, che si chiedono: «Possibile allora che non sapesse di questi trascorsi così pericolosi?». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino