«Il Natale aveva assunto forme non sue», la pandemia e le rinunce fanno riscoprire l'essenza della festa. L'omelia del patriarca di Venezia

«Il Natale aveva assunto forme non sue», la pandemia e le rinunce fanno riscoprire l'essenza della festa. L'omelia del patriarca di Venezia
VENEZIA - «Il protrarsi della pandemia ci porta a vivere un Natale particolare, segnato da non poche limitazioni imposte dall'autorità pubblica per il bene...

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VENEZIA - «Il protrarsi della pandemia ci porta a vivere un Natale particolare, segnato da non poche limitazioni imposte dall'autorità pubblica per il bene comune, prima fra tutte il non poter vivere pienamente,in famiglia e insieme ai nostri cari, questi giorni.Tutto questo non ci impedisce di fare Natale, di lasciar risuonare nel nostro cuore e nelle nostre famiglie la bella notizia di questo giorno». Lo ha detto il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia nell'omelia della messa di Natale.

«Il Natale - ha sottolineato - da tempo aveva infelicemente assunto forme non sue. Il Natale autentico, il Natale di Gesù, non è quello ristretto nei criteri commerciali e consumistici del lusso, dei regali costosi, delle grandi abbuffate, delle feste smodate o della vacanza in località esclusive e in cui neppure si nomina o ricorda il festeggiato. La nascita di Gesù a Betlemme ci racconta tutt'altro. Certo, i legami umani, le relazioni con parenti e amici ed anche lo stesso gesto del dono da porgere e ricevere sono elementi preziosi da coltivare, ma tutto ciò deve completare in modo sobrio ed equilibrato, e mai sostituire, il festeggiato e la vera festa: Gesù, il suo e nostro Natale». «Il Natale, invece, ci fa vivere l'evento che cambia la storia. E quando Dio assume la fragile carne umana è l'Eterno che irrompe nel tempo e, da quel momento, la speranza assume un volto umano concreto, un nome preciso» ha sottolineato Moraglia.

 

 

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Il Gazzettino