MIRA - Si è difeso dicendo: «Lo stavo solo accompagnando alla stazione...». Già, ma lui era sul posto del passeggero e al volante c'era un ragazzo...
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LO STOP
Un mese di stop (solo per le attività di autoscuola, ma non per quelle di agenzia) che scatterà dal 1. marzo prossimo, perché la lezione di guida era a bordo della Yaris intestata al gruppo, ritenuto responsabile di aver consentito e non impedito l'attività, provvedimento contro il quale la società potrà comunque presentare ricorso. Ad essere stato sorpreso nell'auto è stato Umberto Cavasin, 62enne di Mira, considerato nel 2016 la mente dell'organizzazione scoperta dalla Polizia stradale di Treviso sull'ottenimento di patenti attraverso facilitazioni e stratagemmi elettronici a pagamento. In pratica, a fronte di 2 o 3mila euro, aiutavano gli stranieri a passare gli esami di teoria. E Cavasin era già stato coinvolto in un'altra truffa delle patenti tra il 2010 e il 2011, mentre per quella di tre anni fa nell'aprile del 2017 aveva patteggiato 3 anni e quattro mesi. Una pena che il 62enne starebbe ancora scontando con l'affidamento in prova ai servizi sociali e l'attività lavorativa alle dipendenze di moglie e figlia. Un lavoro, certo, ma non quello di istruttore di guida dopo questi precedenti che nel 2016 erano costati anche la revoca dell'autorizzazione all'autoscuola, poi riottenuta cambiando l'assetto societario che aveva escluso Cavasin dalla gestione del Gruppo 2000.
Ad aver sorpreso la lezione abusiva di Cavasin erano stati i carabinieri di Mira durante un controllo avvenuto il 2 novembre scorso. Al volante c'era un giovane che, proprio il giorno successivo, ha sostenuto l'esame per la patente ma, essendo stato scoperto alla guida senza avere a fianco un istruttore in regola, è stato anche lui multato per la violazione dell'articolo 180 del Codice della strada, cioè il mancato possesso dei documenti di guida. Passato il caso alla Città metropolitana, la società si è giustificata spiegando che Cavasin stava solo accompagnando il giovane in stazione, e che non si trattava di una lezione perchè il ragazzo ha superato l'esame il giorno dopo. Una difesa barcollante, visto che gli uffici della Città metropolitana hanno ribattuto che questa spiegazione prova invece l'esatto contrario. E così è arrivata la sospensione dell'attività.
Fulvio Fenzo Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino