Patente ritirata la notte del Redentore, ex poliziotto si uccide

Vittorino Favaro
MOGLIANO - Non riusciva a perdonarsi quello sgarro: la sospensione della patente per un bicchiere di troppo dopo una cena tra amici. Proprio lui che aveva passato l'intera...

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MOGLIANO - Non riusciva a perdonarsi quello sgarro: la sospensione della patente per un bicchiere di troppo dopo una cena tra amici. Proprio lui che aveva passato l'intera vita a far rispettare la legge. Per Vittorino Favaro, 62 anni, poliziotto ormai in pensione, quella macchia su una reputazione irreprensibile era diventata un peso con cui non riusciva più a convivere. Tanto da togliersi la vita. Sono stati i famigliari a trovarne il corpo esanime giovedì sera nella sua casa di via Casoni, a Mogliano, dove abitava da solo. Accanto al corpo, a penzoloni, un biglietto in cui spiegava il motivo del gesto.

«Dopo il ritiro della patente era entrato in crisi nonostante non avesse fatto del male a nessuno né causato incidenti - spiega l'ex presidente della Provincia Leonardo Muraro, suo cugino e amico -. Ho provato a fargli capire che poteva capitare a tutti, ma per lui era diventata un'ossessione. Siamo sconvolti perché non ci saremmo mai aspettati un gesto simile». Vito, come lo chiama il cugino, era una persona dalla forte integrità morale e con un senso di responsabilità molto spiccato. «Si è dedicato con amore alla sua famiglia d'origine - racconta Muraro - in particolare alla sorella Giuliana, mancata 6 anni fa a causa di una malattia e anche alla madre, scomparsa l'anno scorso. Nel tempo libero coltivava le sue grandi passioni: il mare, la pesca, la vela». Da quando era in pensione si era avvicinato anche al ciclismo. Favaro ha lavorato fino a pochi anni fa nella polizia di frontiera, stimato e apprezzato dai colleghi. L'episodio che purtroppo ha segnato un punto di non ritorno è successo a metà luglio: era andato a festeggiare il Redentore insieme ad alcuni amici ed ex colleghi. Di ritorno dalla cena era stato fermato a Portegrandi, frazione di Quarto d'Altino (Venezia) e sanzionato perché guidava con un tasso alcolemico superiore al limite consentito. Due mesi dopo, la tragica decisione di farla finita.
 

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Il Gazzettino