Il pastore del Serva che per tosare le pecore chiama gli "stagionali" dalla Nuova Zelanda

Diego Furlan è sceso dai monti con 700 pecore, da alcuni giorni alle porte della città
BELLUNO - Un gregge di settecento capi, tra pecore e capre, in zona Veneggia. In tanti lo avranno visto in questi giorni, ma dietro c’è una storia lunga 26 anni...

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BELLUNO - Un gregge di settecento capi, tra pecore e capre, in zona Veneggia. In tanti lo avranno visto in questi giorni, ma dietro c’è una storia lunga 26 anni che va da Belluno alla Nuova Zelanda. La racconta Diego Furlan, pastore trentino di Borgo Valsugana che sceglie da sempre la zona del Serva. E non ha avuto nessuna predazione.

LA TRANSUMANZA

Diego Furlan già da un paio di settimane ha lasciato Pian dei Fioc, la malga che si trova sul Serva, la montagna che guarda Belluno. «È il tempo della transumanza, dal Piave ora mi sposterò verso Sopracroda e poi in zona Tisoi, ed infine in Friuli», sintetizza mentre, con un grido qua e uno là, dà gli ordini ai cani. Sono cinque pastori maremmani abruzzesi, bianchi e neri: «Mi servono anche per tenere lontani i lupi - racconta il pastore -, un problema non da poco, anche se, devo dire, quest’anno mi sono salvato. Nessun capo è stato predato». Certo è una scena che non si vede tutti i giorni in periferia della città: «Per il passaggio ho ovviamente dovuto chiedere il permesso al Comune già in primavera».

GLI ASINI

Diego ha pure sei asini al seguito. Senza una posizione preciso all’interno del gregge: «Oggi non hanno alcun ruolo, mentre un tempo erano fondamentali visto che servivano per trasportare i pesi in montagna - precisa Furlan che da 26 anni sale ogni anno sul Serva - ognuno la pensi come vuole, questa peraltro è una mia fissa: un gregge senza asini non vale niente. Io li tengo».

I PROFESSIONISTI

Diego, che in questa estate baciata dal meteo, ha visto tantissimi escursionisti salire fino alla malga o proseguire per la vetta del monte Serva, mostra le pecore tosate da pochi giorni «Chiamo una squadra di tre neozelandesi, loro sono specialisti in tosatura – spiega il pastore - arrivano in Italia, fanno il loro lavoro stagionale e se ne tornano in Nuova Zelanda».

L’IMPRENDITORE

Tocca, infine, il tasto economico di un lavoro affascinante e importantissimo per la montagna, ma forse non adeguatamente valorizzato: «Si vivacchia – conclude Furlan, originario della Valsugana - certo è che a togliere l’entusiasmo e le forze ci pensa l’eccessiva burocrazia». 

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Il Gazzettino