Il Cai Veneto "demolisce" l'hotel super lusso sul passo Giau: «Ci batteremo contro»

Il vecchio albergo Enrosadira
COLLE SANTA LUCIA - Contrarietà al progetto resort del passo Giau: il Cai Veneto pone sul tavolo il carico da 90. Dopo il “no” secco manifestato da Italia...

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COLLE SANTA LUCIA - Contrarietà al progetto resort del passo Giau: il Cai Veneto pone sul tavolo il carico da 90. Dopo il “no” secco manifestato da Italia nostra, Wwf, Mountain Wilderness, Comitato Peraltrestrade Dolomiti e Gruppo Promotore Parco del Cadore, che senza mezzi termini parlano di ecomostro, a scendere in campo ora contro l’ipotesi di hotel di super lusso è il Club Alpino Italiano. Ma anche il gruppo Europa Verde - Verdi del Veneto dice la sua, sulla stessa linea d’onda delle associazioni ambientaliste. 


«No al mega albergo previsto sul passo Giau al posto dei ruderi dell’ex Enrosadira: è chiara la posizione del Cai Veneto nei confronti della minaccia che aleggia sul territorio patrimonio dell’Unesco - così il presidente Renato Frigo -. Negli ultimi giorni le maggiori testate giornalistiche nazionali e locali hanno dato ampio risalto alla notizia che il passo Giau potrebbe essere deturpato da una nuova struttura ricettiva di 40mila metri cubi, di cui 24mila fuori terra. Il Comitato direttivo regionale del Cai Veneto, unitamente alla Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Veneto Friulano Giuliana, si oppone con forza e si unisce alle posizioni delle altre associazioni ambientaliste. La realizzazione del nuovo complesso immobiliare eserciterebbe un impatto devastante sulla zona “Pelmo - Croda da Lago” delle Dolomiti, riconosciuta patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Il passo Giau è parte integrante di questo territorio e, nello specifico, l’opera edilizia prevista si localizza nei pressi dell’area buffer del Sistema 1, recando potenziali danni al paesaggio e all’integrità del sito». 
«Siamo convinti - conclude il presidente Frigo - che il nuovo albergo a 5 stelle sia del tutto inutile tenendo conto che passo Giau è a poca distanza da località turistiche, molto rinomate e frequentate, quali Cortina d’Ampezzo e Val Badia. Come Cai Veneto ci riserviamo di intraprendere tutte le azioni necessarie presso gli enti pubblici preposti alla tutela del territorio, invitandoli a una rigorosa valutazione dell’ipotesi progettuale».

 
Al motto “Salviamo il passo Giau” scende in campo anche il gruppo Europa Verde - Verdi del Veneto attraverso una denuncia pubblica sottoscritta da Luana Zanella e Paolo Perlasca. «Il progetto di costruire un mega hotel sul passo Giau per le Olimpiadi 2026 è irricevibile - sottolineano i Verdi - Siamo di fronte all’ennesimo teatrino all’italiana, quello di chi, pur in presenza di una struttura sottoutilizzata, viene colto dalla brillante idea di realizzarne un’altra, senza curarsi di impatto ambientale e paesaggistico e di arginare un consumo di suolo che, nel nostro Paese, costa 2 metri quadrati ogni secondo. Aderiamo, quindi, all’appello promosso da numerose associazioni ambientaliste del territorio, chiedendo al Ministero della cultura di esprimere parere negativo ed escludere qualsiasi intervento edilizio con forte impatto ambientale». 


Settanta camere, due ristoranti, una piscina interna e una esterna, un parcheggio, cento addetti, trecentosessantacinque giorni di apertura all’anno. Questi i numeri che descrivono sinteticamente il piano di recupero con un investimento da 20 milioni di euro da parte di una società di respiro internazionale e 24.500 metri cubi di volume distribuiti fra tre edifici con due piani fuori terra e circa altri 16mila metri cubi sotto terra. A fare da intermediario è lo studio “Milan Ingegneria” di Venezia che da due anni è al lavoro per realizzare tutte le valutazioni ambientali e paesaggistiche del caso.
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Il Gazzettino