Il passaggio a livello di via Giustizia ha la capacità di fermare il tempo, ma in questo caso non è decisamente motivo di vanto. Trenta, quaranta, cinquanta minuti...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Fino a qualche anno fa via Giustizia era il collegamento con la stazione, poi il secondo passaggio a livello è stato chiuso e ora c’è solo il tunnel ciclopedonale. Per uscire è obbligatorio fare inversione. Nel 2016 Comune e Rfi avevano firmato un protocollo di sicurezza per far fronte almeno alle situazioni di emergenza. Perché quando bisogna correre, in caso di malori, incendi o altri allarmi, anche un singolo minuto può fare la differenza. Il summit con gli operatori di sicurezza (polizia locale, vigili del fuoco, Suem e polizia ferroviaria) aveva deciso che le ambulanze avrebbero potuto attraversare il passaggio pedonale rimuovendo temporaneamente i paletti. Al protocollo si sono aggiunti degli elementi che prevedevano ulteriori misure: un numero privato per far alzare il passaggio livello in caso di necessità, attacchi per i vigili del fuoco in caso di intervento. «Stiamo ancora aspettando questi interventi - continua Favaretto -. Al momento non è stato fatto nulla e noi continuiamo a essere blindati a casa nostra».
Quel passaggio a livello eterno è un deterrente che non fa il gioco delle attività della via. A questo si aggiunga poi le frequentazioni poco raccomandabili, tra spacciatori e tossicodipendenti che si danno il cambio nello stabile abbandonato dell’ex segheria e i problemi di pulizia degli spazi pubblici. «Ultimamente - conclude Favaretto - abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e di fare da noi. I residenti si sono armati di palette e sacchi e hanno provveduto alla raccolta di immondizie e al taglio dell’erba, visto che chi dovrebbe provvedere in questi ultimi mesi non si è fatto vedere». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino