«La nostra Pasqua in terapia intensiva. Con una buona notizia: la situazione non peggiora più»

Auguri di Pasqua dal reparto di terapia intensiva
PADOVA Cartoline dal fronte. Quello della prima linea antivirus. Scattate il giorno di Pasqua e Pasquetta negli ospedali dell'Ulss Euganea. Volti felici di essere lì,...

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PADOVA Cartoline dal fronte. Quello della prima linea antivirus. Scattate il giorno di Pasqua e Pasquetta negli ospedali dell'Ulss Euganea. Volti felici di essere lì, dove il lavoro diventa vocazione e servire significa accudire una vita, permetterle di sperare d'incontrare di nuovo i propri cari. Gli infermieri delle rianimazioni si sono scattate foto con una mano ma con l'altra tenevano aperto il ponte salvavita, un tablet. Con cui gli ammalati, più emozionati di loro, hanno potuto parlare e cercare gli sguardi di quelli di fuori. Vedersi è stato come sincerarsi reciprocamente che nessuno ha abdicato alla promessa: ci vogliamo ancora insieme. È accaduto nel reparto di Geriatria dell'Ospedale di Piove grazie ai dispositivi mobili donati dal Lions Club locale ma da molte altre parti, anche nei reparti normali dove gli anziani quella cosa lì non la sanno usare.

I NUMERI Ma la strada è lunga. Perchè i numeri purtroppo non sono buoni. Ovvero non si è ancora trasmessa nelle corsie degli ospedali quella pur timida discesa che si avverte fuori. Ad esempio siamo passati da circa 9.700 ammalati di due settimane fa a 8.793. Un bel salto. Significa che i negativizzati sono molti di più dei nuovi contagiati. Ed ecco la seconda prova. Fino a due-tre settimane fa la media oscillava sui 350 al giorno con punte di 468 (il 24 marzo). Nelle ultime 24 ore invece 139. Infine il conto dei decessi: 7 nelle ultime 48 ore, di cui 5 nelle ultime 24 ore. Siamo a 1.621. Ma i reparti sono ancora pieni perchè accolgono i contagiati di due settimane fa. Quelli cittadini, Giustinianeo e S. Antonio presentano numeri preoccupanti. Al centrale 165 ricoverati non si vedevano a fine dicembre, all'epoca del picco della seconda ondata. Le terapie intensive di Tiberio e Navalesi che ospitano i pazienti intubati e quelli più gravi sono piene. Il cuscinetto salvavita delle semintensive di Vianello e Vettor al monoblocco pure: al decimo piano addirittura 17 posti occupati su 15 (con spazio ricavato chissà come). Poi 18 su 18 al nono piano. All'8. piano 17 su 18. Al settimo piano 14 su 14. E poi 19 posti occupati su 20 al sesto piano. Non va meglio nella palazzina delle malattie infettive della Cattelan; solo 6 posti liberi ieri. Anche il S. Antonio con 13 posti in rianimazione è a meno 3 dal limite. E comincia a ricoverare pazienti in area non critica, ne ha 3.

IN PROVINCIA Negli ospedali dell'Ulss 6 Euganea la situazione è la stessa. Schiavonia resta ormai sopra quota 100 (105) più 15 pazienti in rianimazione. A Cittadella siamo arrivati a 61 ricoverati più 6 in terapia intensiva, a Camposampiero 19 più 11, a Piove che doveva essere in teoria più libero, 4 ricoveri e altri 5 in rianimazione. Il conto totale fa 436 pazienti, di cui 79 critici. Di questi il massimo è stato 94, il 3 gennaio.

IL TREND Eppure una speranza c'è. Le terapie sono piene nel senso che tanti escono e un numero uguale entra. Da qualche giorno si è raggiunto un plateau, la situazione non peggiora più di così e di conseguenza si riesce a tenerla. Per cui i sanitari sono cautamente fiduciosi. Anche se la pressione non è diminuita. E non lo è nemmeno a Pediatria che visita una ventina di bambini al giorno, anche loro non sono immuni. Ieri a Montagnana un bambino di un anno ha preso il Covid da suo papà. 

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Il Gazzettino