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PADOVA Cartoline dal fronte. Quello della prima linea antivirus. Scattate il giorno di Pasqua e Pasquetta negli ospedali dell'Ulss Euganea. Volti felici di essere lì, dove il lavoro diventa vocazione e servire significa accudire una vita, permetterle di sperare d'incontrare di nuovo i propri cari. Gli infermieri delle rianimazioni si sono scattate foto con una mano ma con l'altra tenevano aperto il ponte salvavita, un tablet. Con cui gli ammalati, più emozionati di loro, hanno potuto parlare e cercare gli sguardi di quelli di fuori. Vedersi è stato come sincerarsi reciprocamente che nessuno ha abdicato alla promessa: ci vogliamo ancora insieme. È accaduto nel reparto di Geriatria dell'Ospedale di Piove grazie ai dispositivi mobili donati dal Lions Club locale ma da molte altre parti, anche nei reparti normali dove gli anziani quella cosa lì non la sanno usare.
I NUMERI Ma la strada è lunga.
IN PROVINCIA Negli ospedali dell'Ulss 6 Euganea la situazione è la stessa. Schiavonia resta ormai sopra quota 100 (105) più 15 pazienti in rianimazione. A Cittadella siamo arrivati a 61 ricoverati più 6 in terapia intensiva, a Camposampiero 19 più 11, a Piove che doveva essere in teoria più libero, 4 ricoveri e altri 5 in rianimazione. Il conto totale fa 436 pazienti, di cui 79 critici. Di questi il massimo è stato 94, il 3 gennaio.
IL TREND Eppure una speranza c'è. Le terapie sono piene nel senso che tanti escono e un numero uguale entra. Da qualche giorno si è raggiunto un plateau, la situazione non peggiora più di così e di conseguenza si riesce a tenerla. Per cui i sanitari sono cautamente fiduciosi. Anche se la pressione non è diminuita. E non lo è nemmeno a Pediatria che visita una ventina di bambini al giorno, anche loro non sono immuni. Ieri a Montagnana un bambino di un anno ha preso il Covid da suo papà.
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