Non poteva avere figli ma ne mette al mondo tre: l'ultimo nasce in casa. Il racconto di Francesca

La 27enne Francesca Foti durante il parto in casa
PORDENONE - Le avevano garantito che non avrebbe mai potuto avere un figlio. Invece il destino ha voluto che Francesca Foti, 27 anni e prossima a conseguire l’abilitazione...

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PORDENONE - Le avevano garantito che non avrebbe mai potuto avere un figlio. Invece il destino ha voluto che Francesca Foti, 27 anni e prossima a conseguire l’abilitazione per diventare educatrice, diventasse tre volte mamma. Dopo Jordan ed Isabella Rose, venerdì scorso è nato Leonardo

IL RACCONTO
Una gravidanza a rischio, quella affrontata da Francesca d’accordo con il marito Xhuliano Xheraj, che tuttavia non l’ha dissuasa dal voler, a tutti i costi, partorire in casa. Dopo un travaglio durato tre ore, è nato “Leo”: una gioia immensa per i genitori e i fratellini. Quella di Francesca è una storia di sofferenza e dolore. Che, fortunatamente, ha avuto una svolta positiva proprio quando sembrava che la situazione fosse destinata a non cambiare: i medici, dopo un grave incidente stradale, erano stati molto chiari con lei. Le avevano detto che, a causa delle complicazioni riportate, non sarebbe mai potuta diventare mamma. Il 26 dicembre del 2014 Francesca, all’epoca 21enne, era rimasta coinvolta in un grave incidente stradale: era in macchina con un'amica quando la vettura, in via Sclavons a Cordenons, era finita contro il muretto di una vecchia casa disabitata. Mente l’amica, che era al volante, era riuscita ad uscire da sola dall’abitacolo distrutto, la passeggera era rimasta incastrata. Di lì a poco si sarebbe sviluppato un principio d’incendio. A salvarle la vita, prima dell’arrivo dei mezzi di soccorso, erano stati alcuni residenti. L’inizio di un calvario. Due mesi in ospedale a Pordenone, con tanto di bacino rotto e pleurite, non sono stati una passeggiata da affrontare. Dimessa a metà febbraio del 2015, un mese dopo Francesca ha conosciuto Xhuliano, che sarebbe diventato l’uomo della sua vita. Tolti i ferri dalle gambe ad ottobre, per la giovane i guai non erano finiti: le era stato diagnosticato il Lupus, una malattia autoimmune che, per evitare emorragie, l’ha costretta più volte a rivolgersi all’ospedale di Pordenone. «Io e mio marito – ricorda Francesca – volevamo a tutti i costi avere un bimbo, nonostante il mio quadro clinico fosse tutt’altro che rassicurante. Dopo aver cambiato la terapia, a maggio del 2016 sono rimasta incinta».

L’EVOLUZIONE
Qualcuno ha gridato al miracolo, tanto che l’anno dopo, con un parto cesareo, è nato Jordan. Dopo due anni, è stata la volta di Isabella Rose: «Avevo scoperto il Vbac, il parto vaginale post cesareo. Avrei voluto partorire naturalmente – confessa mamma Francesca – ma alla 38esima settimana di gravidanza, forse per dei rischi che avrei potuto correre, mi sono sentita dire che mi avevano prenotato un altro cesareo. Fortunatamente all’ospedale civile ho trovato la dottoressa Cristina Di Leonardo che, dopo due giorni di travaglio, mi ha fatto partorire. Un’esperienza, per come sono cambiate repentinamente le cose, che non ho vissuto bene». 

L’IDEA


Mentre Isabella Rose cresceva a vista d’occhio, in casa di Francesca e Xhuliano è nata l’idea di avere anche il terzo figlio. È a quel punto, in piena emergenza Covid, che la coppia ha cominciato a parlare del parto in casa. «Mio marito – sottolinea la moglie – non avrebbe mai potuto assistermi in ospedale: io, più che mai, avrei avuto bisogno di lui». Contattata l’ostetrica Giorgia Nadin, si è affacciata l’ipotesi di partitore Leonardo tra le mura di casa. Una gravidanza perfetta, quella di Francesca, se non fosse stato che mercoledì scorso, ad una visita di controllo al Centro gravidanze a rischio, c’è stato, senza preavviso, lo scollo della membrana dell’utero. Un qualcosa di inaspettato, che ha costretto Francesca a contattare tempestivamente Giorgia Nadin e la collega Caterina Di Cosimo: di lì a poco, infatti, sarebbero partite le contrazioni. Venerdì, alle 23.09, Leonardo, in una piscina gonfiabile, ha visto la luce.  «Le ostetriche – sottolinea la tre volte mamma – sono state bravissime: hanno creato un’atmosfera di armonia e pace. Jordan e Isabella sono stati fantastici, mio marito mi ha dato tutto il supporto di cui avevo bisogno». Che avrebbe partorito in casa, Francesca lo aveva confidato solo ad una cerchia ristretta di persone. «Lo rifarei? Certo che sì, anche se ammetto che è stato rischioso. Siamo una famiglia unita e tenace: io e Xhuliano – sorride – stiamo già pensando al quarto bimbo».

 

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Il Gazzettino