Dal panico alla gioia: la piccola Adea ha fretta e nasce in casa

La mamma, Aurora Vidalli, assieme alla piccola Adea, nata in casa il 23 dicembre scorso
ASOLO - «Sta uscendo, sta uscendo...»: Adea aveva deciso di nascere subito, in tutta fretta, l’antevigilia di Natale. In casa davanti al papà, agli...

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ASOLO - «Sta uscendo, sta uscendo...»: Adea aveva deciso di nascere subito, in tutta fretta, l’antevigilia di Natale. In casa davanti al papà, agli operatori del 118 che l’hanno letteralmente “presa al volo”, ma anche davanti al cagnolino e al gattino di famiglia, entrambi con naso all’insù. L’incredibile parto casalingo è avvenuto la mattina del 23 dicembre nell’abitazione di Gabriele Levorato, protagonista la mamma Aurora Vidalli, mentre il piccolo Achille, primogenito della coppia, non ha visto nulla perché stava dormendo.


MINUTI CONCITATI

Erano le 5 di quel giovedì mattina: «Mi erano iniziate le contrazioni -racconta la mamma appena rientrata a casa dall’ospedale con la piccola Adea, (dal greco significa “donata da Dio”) 3,38 kg per 49 centimetri di lunghezza- Avevo già chiamato il mio compagno Gabriele che si era attivato anche per avvisare mia mamma in modo che le fosse affidato per tempo il piccolo Achille. Verso le 5.30 però ho rotto le acque di colpo e poi il sacco. Allora ho detto a Gabriele di chiamare l’ambulanza. Nel giro di pochi minuti medici e paramedici erano già qui». Ma intanto in casa l’agitazione regnava sovrana. Fuori si gelava, ma dentro le pareti domestiche fa perfino troppo caldo e la tensione si taglia con il coltello. Gabriele si è messo al telefono per indirizzare i soccorsi mentre in casa Aurora era sul lettino con una coperta. Arrivano gli operatori del 118 e con la lettiga entrano in casa dove li sta attendendo Aurora, guardata a vista dal cagnolino e dal gattino di famiglia. In quella Aurora grida »sta uscendo, sta uscendo». I medici pensano abbia rotto le acque, così alzano la coperta e invece spunta Adea che cade praticamente fra le mani dell’infermiere, un mezzo choc anche per lui, nonostante l’abitudine a questo tipo di scenari.


RICOVERO E RITORNO 

Interviene subito la dottoressa che prende la neonata e la porge dolcemente sul grembo della mamma: «Io in quei frangenti non capivo più nulla» racconta oggi Aurora. «Io invece chiedevo perché la bambina non piangeva -spiega il compagno Gabriele- Non aver sentito alcun lamento per un attimo mi ha paralizzato, poi è iniziato il pianto liberatorio e la tensione mi è subito scivolata via». Così tutti salgono nell’ambulanza diretti verso l’ospedale di Castelfranco dove nel frattempo sono stati avvertiti dell’arrivo e hanno predisposto tutto per un ricovero urgente. Aurora viene accolta da medici e ostetriche che portano la neo mamma in sala operatoria: «Anche questo è stato un momento emozionante perché mi hanno detto di tagliare il cordone ombelicale -spiega papà Gabriele- l’ho fatto e posso dire che è stata un’emozione grande pari quasi quanto al parto in casa di pochi minuti prima». Aurora e Adea sono rimaste in ospedale due giorni, poi sono rientrate ad Asolo nell’unico giorno dell’anno che sposa la vita con la magia: il giorno di Natale.

 

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Il Gazzettino