«Partite vietate a tutti i genitori, si gioca a porte chiuse»: l'avviso di Albatros Volley

«Partite vietate a tutti i genitori, si gioca a porte chiuse»: l'avviso di Albatros Volley
TREVISO - «Siamo costretti a giocare a porte chiuse. Senza pubblico. Il problema tocca direttamente i genitori delle atlete: qualche famiglia ci ha già comunicato la...

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TREVISO - «Siamo costretti a giocare a porte chiuse. Senza pubblico. Il problema tocca direttamente i genitori delle atlete: qualche famiglia ci ha già comunicato la decisione di lasciare. Ma tocca anche i genitori delle altre squadre, che arrivano pure da fuori provincia: abbiamo già dovuto comunicare che qui nella maggior parte delle occasioni non è possibile assistere alla partita». Non c’è pace per l’Albatros Volley. Tanto che ora Giulia Donadi, riferimento della società che conta 250 tesserate under 18, ha chiesto di poter andare a giocare fuori da Treviso, precisamente nella palestra del Planck di Lancenigo. Nel capoluogo non ci sono abbastanza spazi adeguati. «Abbiamo dato la disponibilità delle palestre di San Bartolomeo e delle Mantegna, dove è possibile far accedere il pubblico – rivela Alessandro Manera, assessore allo sport – per il resto, dove mancano gli spalti non ci sono troppi margini. La situazione è complessa proprio perché sono in corso dei lavori per migliorare ulteriormente le nostre palestre, a partire da quella delle piscine. Da parte nostra, comunque, c’è la massima disponibilità. In questo senso abbiamo esteso le coperture assicurative per consentire ai genitori di poter assistere gli allenamenti».


IL PROBLEMA
Rimane il fatto che Albatros partecipa a 15 campionati. Sono una decina le partite in programma nei fine settimana. «E non si possono fare tutte alle San Bartolomeo e alle Mantegna, che già ospitano altre società (l’Hesperia Basket e il Volley Treviso, ndr) – nota Donadi – quindi saremo inevitabilmente costretti a giocare partite a porte chiuse. Perché non ci sono altre palestre». Le Acquette è al tutto esaurito. A Sant’Antonino c’è il Tvb. L’Albatros si appoggia alle Bindoni, Bianchetti e alle due del Fermi. Tra queste ultime due, però, una è piccola e l’altra ha il soffitto troppo basso, non è omologabile. «Speriamo che almeno ci consentano di piazzare un cavalletto nelle palestre senza pubblico per poter seguire le partite da remoto – dice Gianni Taurisano, papà di un’atleta – si tratta di una situazione paradossale per la città dello sport».


LA DIFFICOLTÀ


In tutto ciò c’è il caso della palestra del Mazzotti. Dopo i lavori per la messa in sicurezza, eseguiti dalla Provincia, sembrava tutto a posto. E invece no. Una volta all’interno, l’Albatros si è trovata senza le reti e soprattutto senza i pali per sostenerle. L’istituto turistico ha inquadrato le cose come “materiale scolastico”. Cioè utilizzabili solo dagli studenti e non nell’ambito di attività extra-scolastiche. A quanto pare pesa la questione relativa alla sicurezza dopo la morte di Paolo Malerba, il “custode” della palestra del Mazzotti mancato in gennaio in seguito a una caduta in orario extra-scolastico proprio all’interno della struttura. «Non puntiamo il dito contro nessuno. Ma il quadro poteva essere chiarito prima, dato che dovevamo entrare al Mazzotti ancora il 23 agosto – conclude Donadi – non è un problema di reti: le mettiamo noi senza problemi. Ma i pali di sostegno sono particolari. Lì sarebbe possibile far allenare due squadre contemporaneamente. Adesso, invece, facciamo attività fino agli 8 anni con l’elastico, come negli anni ‘80. I pali, tra l’altro, sono difficili da trovare. E al momento non sappiamo neppure se la sistemazione sarà stabile». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino