Partite Iva, «via le sanzioni dell'Agenzia delle Entrate ai professionisti in regime forfettario»

Partite Iva, «via le sanzioni dell'Agenzia delle Entrate ai professionisti in regime forfettario»
ROMA - «L'Agenzia delle Entrate ed il Governo trovino insieme una soluzione“ alla vicenda dell'invio massivo da parte della stessa Agenzia di lettere...

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ROMA - «L'Agenzia delle Entrate ed il Governo trovino insieme una soluzione alla vicenda dell'invio massivo da parte della stessa Agenzia di lettere compliance per la mancata compilazione del quadro Rs dei dati informativi obbligatori per l'anno 2021 da parte di professionisti (partite Iva) aderenti al regime forfettario. «Atto che pone diversi interrogativi e necessita di un intervento chiarificatore da parte del Governo». Così in una nota l'Aiga, l'associazione che rappresenta i giovani avvocati, chiede di evitare «l'eventuale applicazione di una sanzione apertamente in contrasto con i principi di buona fede e collaborazione espressi dall'art. 10 dello Statuto del Contribuente, secondo cui le sanzioni non sono comunque irrogate quando una violazione meramente formale non determini alcun debito d'imposta». L'invio massiccio di pec e lettere da parte dell'Agenzia delle Entrate sta in effetti facendo molto rumore anche a Nordest dove tutti i titolari di partita Iva forfettaria sono stati presi alla sprovvista da una misura ritenuta come minimo anomala. I primi a muoversi sono stati i commercialisti. Per ora il governo ha risposto con il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, il quale si è impegnato a trovare una soluzione, probabilmente un rinvio, nel Consiglio dei ministri convocato per oggi, 27 settembre.

«L'eventuale obbligo di compilazione integrale del quadro Rs - sostengono comunque i giovani avvocati - comporti un evidente vulnus per il professionista contribuente che, ad esempio, eserciti in regime di monocommittenza o in esclusiva collaborazione con altri professionisti e non abbia alcun costo da dichiarare, il quale verrebbe esposto ad un adempimento impossibile ed al rischio di una sanzione del tutto irragionevole». Un vulnus che «sarebbe ancora più grave qualora l'interpretazione proposta dall'Agenzia delle Entrate fosse oggetto di applicazione retroattiva o coinvolgesse i contribuenti che hanno correttamente specificato di non avere costi da dichiarare». 

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Il Gazzettino