Pugno alla fine della partita, il calciatore finisce al pronto soccorso

Il giocatore a terra dopo aver ricevuto un pugno
PORDENONE - Il campo da calcio diventa un piccolo ring non appena l’arbitro fischia la fine della partita. Sugli spalti della Purliliese una mamma filma una punizione che...

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PORDENONE - Il campo da calcio diventa un piccolo ring non appena l’arbitro fischia la fine della partita. Sugli spalti della Purliliese una mamma filma una punizione che finisce alta oltre i pali. È l’ultima azione della gara contro la Vivarina, vinta dai padroni di casa 2-0. Arriva il triplice fischio finale. La mamma continua a filmare con il telefonino il figlio che torna verso gli spogliatoi, quando un avversario allunga il passo verso di lui e gli sferra un pugno in faccia che lo manda ko. Siamo in Seconda categoria dilettanti. «In palio non c’è nulla. Si gioca per divertirsi - racconta la vittima, Robert Moise, 25 anni, laureando in Biologia - Finché ci sono contrasti in campo, ci sta, ma quando l’arbitro fischia si torna casa e tutto finisce».


 

IL FILMATO
Nel filmato l’arbitro accorre e mostra il cartellino rosso a Zakaria Ez Zalzouli, che in campo sembra aver reagito come Zidane alla finale dei Mondiali 2006 in Germania. Moise non riesce a comprendere il motivo del pugno che gli ha spaccato il labbro. È stato colto alla sprovvista, non se lo aspettava. «Non è normale che in Seconda categoria succedano episodi del genere, come fossimo in un quartiere di periferia», osserva mentre aspetta il suo turno al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Pordenone.
 

NO ALLA VIOLENZA
Il giovane non è intenzionato a sporgere denunce. Ieri al pronto soccorso si è rivolto perché aveva dolori alla mandibola e alla testa che lo avevano preoccupato. Gioca a calcio da quando aveva 6 anni. È la sua passione, tanto che mentre studiava a Torino è riuscito a farsi tesserare da un club piemontese. «Voglio soltanto far capire che in queste categorie si gioca per divertimento e passione - continua - Che si vinca o si perda, siamo contenti lo stesso e una volta finita la partita si torna a casa, i contrasti devono restare confinati sul campo». 
 

LA VIVARINA


La squadra, fondata dallo scomparso Silvano Dalla Libera e guidata dal figlio Gianluca, due anni fa ha vinto la Coppa disciplina nel solco tracciato dal suo fondatore. Il presidente-portiere Gianluca Dalla Libera ha duramente redarguito il suo giocatore negli spogliatoi. «Ci siamo sincerati delle condizioni del ragazzo e chiediamo scusa di quello che è successo - afferma - Ma non è successo a caso, il nostro giocatore ha reagito a delle provocazioni». Le due società di calcio ieri sera si sono chiarite. «Quello che è successo non ha giustificazioni - ribadisce Dalla Libera - È stato un brutto episodio, ma non intacca l’ottimo rapporto che c’è tra le nostre società». A confermarlo è lo stesso presidente della Purliliese, Alex Del Ben, che ieri si è già chiarito con gli avversari incontrati la scorsa domenica: «Anche noi ci scusiamo per le provocazioni che hanno scatenato la reazione del giocatore della Vivarina. Non deve più succedere».

 

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Il Gazzettino