​Fornì ai partigiani 8mila lire di merce: l’erede chiede all’Anpi 47mila euro

Il documento che attesta la consegna della merce nel 1946
UDINE - Alla morte della mamma, Angelina Danelutti, il figlio riordina i suoi effetti personali e, insieme ad altri ricordi di famiglia, trova anche una dichiarazione rilasciata...

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UDINE - Alla morte della mamma, Angelina Danelutti, il figlio riordina i suoi effetti personali e, insieme ad altri ricordi di famiglia, trova anche una dichiarazione rilasciata dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, datata 5 febbraio 1946. Nel documento si legge che il padre, Antonio Fabris, titolare dell’omonima ditta, al tempo aveva prestato all'Anpi del Comitato provinciale di Udine una fornitura di generi alimentari e di altri beni - tra cui vino e cognac - per un totale di 7.995 lire. Il figlio, a quel punto, si reca presso la sede Anpi di Udine: mostra il documento e chiede i soldi indietro, anche se sono passati quasi 70 anni.




«Mi hanno detto che i danni di guerra sono stati liquidati già negli anni Ottanta e che quindi non mi devono nulla - spiega l’erede, un orfano di guerra, Giacomino Fabris, classe 1951, di Turrida di Sedegliano -. Io ho spiegato che quelli non erano danni ma una regolare fornitura, mai pagata. Mio padre, infatti, che al tempo aveva una bottega in centro paese, non ricevette mai quella somma: difatti non sono mai stati trovati documenti con scritto “pagato”. Allora ho deciso di rivolgermi a un’associazione per recuperare la somma».



Del caso si sta occupando l’agenzia Agitalia: «Abbiamo proceduto a un conteggio analitico della somma, tramite un nostro consulente contabile, ed è risultato un credito di 47mila euro in favore del signor Fabris - spiega Giovanni Rossetti della direzione di Agitalia -; la somma è comprensiva di interessi, rivalutazione e capitalizzazione, e riguarda il periodo che va, appunto, dal 6 febbraio del 1946 al 9 giugno di quest’anno, data, questa ultima, della diffida inviata all’Anpi in cui si chiede la restituzione della somma rivalutata». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino