Il parroco: «Ho fondi per chi è veramente in difficoltà, ma nessuno si presenta»

IL PARROCO - Don Cesare Contarini pronto a donare soldi a chi ne ha veramente bisogno
PADOVA - Umberto D., uno dei film più noti di Vittorio De Sica, ha come protagonista l’anziano che chiede la carità ritrae la mano quando un uomo gli...

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PADOVA - Umberto D., uno dei film più noti di Vittorio De Sica, ha come protagonista l’anziano che chiede la carità ritrae la mano quando un uomo gli si avvicina con una moneta, fingendo di essere lì a sentire se piove. Una scena cult che torna alla mente nel racconto di don Cesare Contarini, parroco di San Lorenzo ad Albignasego. «Abbiamo denaro da devolvere alle famiglie in difficoltà della nostra parrocchia - afferma -, eppure nessuno si fa avanti a chiedere un sostegno. È un paradosso, di questi tempi, con persone a casa in cassa integrazione o senza lavoro». Un popolo in difficoltà, quello italiano, che non sa come chiedere aiuto, secondo i dati Eurostat.


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«Come altre 200 parrocchie, - spiega Don Cesare - abbiamo ricevuto un sostegno sociale di 3.500 euro da parte della diocesi, con l’impegno di raccoglierne altrettanti dalla popolazione per aiutare le persone attraverso gesti di carità. Una sorta di cofinanziamento che già a Natale aveva portato nelle casse della Parrocchia di San Lorenzo una cifra altrettanto importante, grazie alle offerte dei nostri compaesani. Così fin da novembre, promuovendo questa iniziativa, abbiamo iniziato a parlarne nei momenti di incontro, a scriverne nel foglio della parrocchia, per poi passare agli avvisi in bacheca ed alle pagine Facebook, per arrivare proprio a tutti con la massima diffusione. Eppure nessuno si fa avanti, nessuno tende la mano in cerca di aiuto».


CONSIGLIO


Don Contarini si è rivolto anche al di fuori del perimetro parrocchiale, chiedendo al primo cittadino di Albignasego, all’assessora ai servizi sociali, al coordinatore del gruppo Caritas, un possibile consiglio su come intercettare chi sia in una situazione di necessità e contattarlo affinché accetti l’aiuto. «Vedo persone di altre culture essere molto meno in imbarazzo nell’esprimere i propri bisogni, mentre sembra che il principio della carità cristiana venga compreso dagli stessi cattolici più nel dare che nel ricevere. Se è così difficile chiedere aiuto in prima persona, confidiamo che almeno amici, vicini di casa, familiari che si accorgessero di situazioni al limite, ce le segnalassero, rivolgendosi alla Parrocchia di San Lorenzo. Li aspettiamo a braccia aperte: la Pasqua è questo». 

 

 

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Il Gazzettino