Treviso. Parcheggi a tre euro l'ora e una concessione lunga 50 anni: il piano economico finanziario del park Vittoria scatena le polemiche

CENTRO STORICO Piazza Vittoria, dove dovrebbe sorgere il park interrato che sta generando mille polemiche
TREVISO - Quando sarà pienamente operativo, lasciare l’auto in sosta al Park Vittoria costerà circa 3 euro. Tariffa che negli anni potrà aumentare....

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TREVISO - Quando sarà pienamente operativo, lasciare l’auto in sosta al Park Vittoria costerà circa 3 euro. Tariffa che negli anni potrà aumentare. Questo il dato che emerge leggendo il piano economico finanziario presentato a Ca’ Sugana da Parcheggi Italia, la società che da oltre vent’anni attende di realizzare il park sotterraneo. L’investimento completo supera, come detto, i 33 milioni di euro. Ca’ Sugana lascerà la struttura in gestione alla società per almeno 50 anni. Il numero di anni esatto verrà deciso al momento di mettere nero su bianco la convenzione in preparazione a Ca’ Sugana. Ma saranno sicuramente più di 50. Questa è la condizione indispensabile per evitare al Comune di mettere risorse sul progetto e per coprire gli aumenti dei materiali e tutti i costi lievitati negli ultimi anni.

I NODI

La questione della tariffa oraria è quella che colpisce di più. Il gruppo consiliare del Pd ha fatto un accesso atti per avere in mano carte certe sul progetto. E Marco Zabai, sottolinea: «Sarà il park più costoso di tutta la città. A 150 metri c’è il Metro Park a 1.20 euro l’ora, di 400 posti. Chissà cosa sarà meglio usare, nel caso. Insomma, Park Vittoria non solo è una scelta assurda in termini ambientali, culturali e in generale di strategia e visione per il futuro di Treviso, ma è anche sconveniente dal punto di vista economico. Non è più, se mai lo è stato, un progetto a servizio della città come sostiene la giunta, ma è la città che verrà messa a servizio e servaggio di questo progetto». Sul tema l’assessore all’Urbanistica Andrea De Checchi però precisa: «Stiamo parlando di ipotesi, dati provvisori. La convenzione prevederà comunque dei capitolati che daranno comunque all’amministrazione comunale la possibilità di discutere del tema tariffe». La discussione è aperta.

LA DURATA

Altro fronte caldissimo: gli oltre 50 anni della concessione. Per Stefano Pelloni, capogruppo del Pd, è un’eternità: «In economia concessioni così lunghe significa cedere il bene - osserva - se una società ha una struttura per 50 anni vuol dire che se la mette a bilancio, la considera a tutti gli effetti una sua proprietà. Il Comune, in poche parole, non avrà alcuna voce in capitolo. Vorrei tanto che l’assessore De Checchi mi indicasse un altro Comune, in Italia, che ha concordato gestioni così lunghe. Siamo un caso unico e la cosa mi preoccupa molto». Pelloni continua a ribadire che il Park Vittoria è sostanzialmente inutile, oltre che dannoso per viabilità e qualità dell’ambiente. Ed è convinto che un’alternativa potesse essere trovata nonostante la convenzione indicasse piazza Vittoria l’unica area pubblica possibile per realizzare un parcheggio in caso di rinuncia all’ex Pattinodromo e al Cantarane: «Una società ambisce solo ad avere un parcheggio in un’area appetibile. Se l’amministrazione avesse deciso di rendere pedonabile il centro, tutte le aree fuori dalle Mura sarebbero state appetibili. Non ce ne sono di pubbliche? In un progetto da 33 milioni di euro non penso che uno o due milioni per acquistare un’area possano fare la differenza». Infine l’appello: «Spero che le associazioni culturali e ambientaliste si riuniscano in un comitato contro questo parcheggio». Chiude Luigi Calesso (Coalizione Civica) che ricapitola le alternative a piazza Vittoria dall’area ex Telecom di via Dandolo a un multipiano all’ex Siamic e osserva: «L’attuale sindaco ha stravinto le recenti elezioni su un programma che prevede anche il park interrato in piazza Vittoria. Vero ma è altrettanto vero che anche numerosi suoi elettori non condividono questo progetto». Giovanni Tonella, segretario comunale dei Dem, annuncia intanto l’organizzazione di una serie di appuntamenti pubblici per parlare del progetto.

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Il Gazzettino