Parigi-Dakar, l'impresa del pordenonese Ruoso: «Mai arrendersi»

Alessandro Ruoso, 36 anni, primo degli italiani alla Parigi Dakar
PORCIA - Quarantunesimo posto assoluto, primo tra gli italiani al traguardo dopo un'avventura, quella della Dakar - il più famoso rally raid che si è disputato...

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PORCIA - Quarantunesimo posto assoluto, primo tra gli italiani al traguardo dopo un'avventura, quella della Dakar - il più famoso rally raid che si è disputato in Sud America - che lo ha tenuto inchiodato alla sella della sua Ktm 450 dal 6 al 20 gennaio. Alessandro Ruoso, 36 anni, ha la stoffa e soprattutto la tempra del campione. Nonostante i pericoli e le insidie che si nascondo dietro la Dakar, ha voluto esserci per il secondo anno di fila. E a poco è servito ricordagli che nel 2017, a causa di una brutta caduta, aveva riportato la frattura del radio. Problema grosso soprattutto per chi va in moto.


Lui, testa dura e spirito avventuriero, non è arretrato nemmeno di un centimetro. Anzi ha affrontato il percorso, che quest'anno attraversava Perù, Bolivia e Argentina, a testa alta. Anche se, in fondo, qualche timore, durante il tracciato, l'ha avuto. Ruoso, per tutti Alejandro in Sud America, ha macinato con la sua Ktm quasi 9mila chilometri, di cui 4.500 di prove speciali. Partenza da Lima, il 6 gennaio, arrivo a Cordoba il 20. In un susseguirsi di emozioni ma anche di paure. Paura di non arrivare al traguardo, dopo le fatiche di 14 tappe che sono costate al pilota purliliese e al suo staff sacrifici e soldi.
«La prima volta - sorride Alessandro - non si scorda mai. Nel mio caso nemmeno la seconda, che si è conclusa nel miglior modo possibile. L'ultima tappa, quella di 150 chilometri, che prevedeva il completamento del circuito argentino Cordoba-Cordoba, è stata la più dura»... Alla fine, però, è andata. E Ruoso è riuscito a portare a termine anche l'ultima prova. Ma il centauro di Porcia lancia già la sfida al 2019: «Vedremo di fare ancora meglio il prossimo anno»....
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Il Gazzettino