Parco di Claut, sciacallo travolto e appeso come trofeo al cartello di "Benvenuto"

Lo sciacallo appeso al cartello turistico
CLAUT (PORDENONE) - Un macabro trofeo appeso al cartello di benvenuto nel Parco naturale delle Dolomiti friulane. Ieri mattina, 9 marzo, uno sciacallo dorato è stato...

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CLAUT (PORDENONE) - Un macabro trofeo appeso al cartello di benvenuto nel Parco naturale delle Dolomiti friulane. Ieri mattina, 9 marzo, uno sciacallo dorato è stato trovato legato lungo la strada che da Claut conduce a Cimolais. Il povero animale è stato investito e fissato al segnale turistico durante la notte. «L'atto è assolutamente da condannare. Non si può appendere un animale ad un tabellone. Se si investe un animale, bisogna chiamare le autorità. Certo, sarebbe stato peggio se fosse stato abbattuto di proposito, ma questi sono gesti che non si devono fare», ha commentato ieri il sindaco di Erto e Casso, Antonio Carrara. E la guardia forestale non ha esitato a mettersi subito sulle tracce del responsabile. Da qualche tempo, infatti, da Nord ed Est Europa, l'animale come anche lupi, linci, gatti selvatici e, appunto, sciacalli ha raggiunto la regione Friuli-Venezia Giulia. Il messaggio che traspare dal gesto sconsiderato è purtroppo chiaro nella sua brutale semplicità: in molti protestano contro le aree protette, ree di incentivare l'arrivo di nuove specie carnivore.

LO SFOGO
«Sono gesti che non si devono fare. Come il lupo, anche lo sciacallo dorato esiste. Ciò che è successo è una situazione assolutamente da valutare, e la gente deve esserne informata. È stato proprio un gesto di cattivo di gusto. E se si trova il colpevole deve essere condannato. Inoltre, quando mi hanno mandato la foto ci sono rimasto veramente male», prosegue ancora amareggiato e deluso Carrara. Ciò che preoccupa la comunità friulana, soprattutto nelle Dolomiti, è che la gente si accanisce su animali protetti e, per altro, inseriti all'interno di aree protette. Senza nulla temere. È evidente che queste persone siano così convinte che non verranno mai scoperte, da sentirsi in diritto di perpetuare la loro violenza gratuita senza conseguenze.

GLI ANIMALISTI
La reazione delle associazioni che si battono per la difesa degli animali non è tardata. «È arrivato il momento che il Friuli, in primo luogo, investa senza tentennamenti molte più risorse nella lotta al bracconaggio, data la costante carenza di mezzi e personale nel Corpo Forestale Regionale, e che, soprattutto, prenda posizione contro i comportamenti illegali di bracconieri e cacciatori» ha spiegato in una nota la Lega Anti Vivisezione del Friuli Venezia Giulia che auspica anche una riflessione affinché si evitino espressioni ingiustificatamente allarmiste sulla presenza di alcune specie, quali, ad esempio, il lupo, l'orso e lo sciacallo dorato. «Ciò che emerge da un simile atto è un grave gesto di violenza inaudita contro un animale che si trovava nel posto giusto al momento sbagliato, e, soprattutto, in uno dei luoghi naturalistici più belli della nostra Regione. Di certo, non bisogna stupirsi che questo non sia il primo, bensì l'ennesimo, esempio che il bracconaggio in Friuli è una piaga ancora pesantemente presente». Proprio per questo motivo, la Lega per l'abolizione della Caccia Fvg e la Lega Anti Vivisezione Fvg invitano caldamente la Regione ad intervenire su questa problematica.


«Un incidente - concludono gli animalisti - può capitare, ma "farsi beffe" dell'incidente no. Decade interamente il rispetto per la vita, che sia di una persona o di un qualsiasi animale».
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Il Gazzettino