Marta Richeldi: «Io, veneziana pendolare nel "Paradiso delle Signore"»

Marta Richeldi: «Io, veneziana pendolare nel "Paradiso delle Signore"»
La veneziana Marta Richeldi è tra le protagoniste della fiction Il Paradiso delle signore su Raiuno «Molto felice che la gente mi riconosca per strada». ...

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La veneziana Marta Richeldi è tra le protagoniste della fiction Il Paradiso delle signore su Raiuno «Molto felice che la gente mi riconosca per strada».


«Alla seconda stagione di presenza fissa nel pomeriggio di Raiuno, oggi mi capita più spesso che la gente mi riconosca per strada, o in treno, anche se nella vita reale sono più giovane e mi presento molto diversamente dal personaggio che interpreto nella fiction televisiva», racconta Marta Richeldi, attrice veneta di grande talento con al suo attivo un lungo curriculum, soprattutto teatrale. Nel Paradiso delle signore, per chi non segue il fortunato daily della serie ispirata a un romanzo di Émile Zola ma ambientata nella Milano del miracolo economico galvanizzata dai  primi passi del prêt-à-porter è Silvia Cattaneo, «moglie e madre che decide, come avveniva spesso, di rinunciare alla propria carriera per dedicarsi interamente alla famiglia». Anche recitare in una soap che va in onda ogni giorno comporta qualche rinuncia, specie se il set è a centinaia di chilometri da casa.
Come se la cava?
«Semplice, sono diventata una pendolare. Lavoro a Roma, negli storici studi della Dear (oggi intitolati a Fabrizio Frizzi, ndr) dove registriamo le 160 puntate di questa stagione del Paradiso, e ogni settimana faccio ritorno a Martellago, dove vivo con mio marito Alessandro Schiavo, anche lui attore e videomaker, e nostro figlio Francesco, che in quarta elementare ha appena scritto il suo primo discorso elettorale per le elezioni dei rappresentanti scolastici. Una volta nominati, porteranno al sindaco i loro progetti per il paese». 
Com'è la sua giornata romana tipo?
«Massacrante: dieci ore sul set, più un'ora e mezza di trucco e un'altra oretta di trasferta per raggiungere gli studi al Nomentano. Ma è il mio lavoro e questa nuova esperienza, iniziata lo scorso anno, mi sta aiutando molto a stare davanti alla macchina da presa. L'ho constatato girando il film di Donato Carrisi L'uomo del labirinto, attualmente nelle sale, dove ho un ruolo piccolo ma significativo a fianco di mostri sacri come Tony Servillo, di cui avevo grande stima, forse oggi in parte ricambiata, e Dustin Hoffman».
Due grandi uomini di spettacolo chi sono invece, sul versante femminile, le attrici del panorama internazionale che ammira di più?
«Tra le grandissime che hanno saputo rinnovarsi, adattandosi meglio ai cambi di età, ci sono senz'altro Kate Blanchett, Meryl Streep, Tilda Swinton e Juliette Binoche».
Il tempo che passa è ancora un problema per un'attrice italiana?
«In teatro no, ma al cinema, che vive di primi piani, gli stereotipi legati alla bellezza della gioventù, da noi sono duri a morire».
Potendo scegliere, che ruoli le piacerebbe interpretare tra quelli che non ha ancora sperimentato?
«Data la mia inclinazione drammatica, sul palcoscenico punterei su Blanche, la protagonista di Un tram che si chiama desiderio. Al cinema, in un film in costume, quello di una grande regina».
Ha maturato la vocazione artistica altrove, con grandi maestri come Luca Ronconi e Peter Stein, ma ha scelto di non abbandonare la campagna veneta, dove è cresciuta. Com'è oggi il suo rapporto con questo territorio?
«Ambivalente. Amo la provincia, che mi consente di concentrarmi di più, senza disperdere energie. Il rovescio della medaglia è a volte un po' di noia, ma la vicinanza di Venezia, che considero la mia città, essendo nata a Mestre, è una vera grazia. E poi c'è Marghera, che per me rappresenta un polo di attrazione culturale».
A cosa si riferisce in particolare?

«Al Teatrino di via Pasini, dove da ragazza, abbandonato un breve impiego in banca, ho seguito i miei primi corsi di teatro sotto la guida di Antonino Varvarà. L'anno scorso due mie ex allieve, Michela Malocco e Giovanna Rocco, l'hanno rilevato per rilanciarlo, riscuotendo subito un grande interesse. Io cerco di dare il mio contributo, per ora a distanza. Impegni televisivi permettendo, spero di avere in futuro una presenza più costante come attrice o come regista, in qualche nuovo progetto».
Paolo Crespi Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino