Papozze, Villa Lardi: il gioiello cinquecentesco tornerà a splendere

L'antica Villa Lardi nel cuore del Delta è in fase di ristrutturazione
PAPOZZE - Procede a piccoli step il recupero della cinquecentesca Villa Lardi, la “vecchia signora” di Panarella. Nei mesi passati i lavori destinati a riportare ad...

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PAPOZZE - Procede a piccoli step il recupero della cinquecentesca Villa Lardi, la “vecchia signora” di Panarella. Nei mesi passati i lavori destinati a riportare ad una nuova giovinezza la cinquecentesca villa padronale sono avanzati lentamente con l’intento di assicurare una maggior accuratezza dell’intervento ed ora, tolte le gabbie delle impalcature che la imprigionavano, la residenza rurale della famiglia signorile appare in quello che era il suo originario colore, abbagliante alla luce del sole. «I lavori stanno andando avanti piano - ne parla Giovanni Battista Scarpari, progettista e membro della cordata di imprenditori che stanno compiendo il restauro -. Si tratta di un intervento impegnativo sotto tutti i punti di vista, anche quello economico. Finora è stato messo in sicurezza l’edificio, integrando le strutture di sostegno, conservando le travi esistenti e recuperando tutto quanto era possibile perché obiettivo finale è un restauro conservativo assoluto. Da ultimo sono state sistemate le facciate esterne. Possiamo dire che il contenitore è ultimato, ma resta molto ancora da fare: pavimenti, serrature, intonaci interni, impiantistica, il muro di cinta esterno presente, come mi riferiscono, fino agli anni 70».

I dettagli

La cura dei dettagli impiegata nell’esecuzione dei lavori permette di riportare alla luce la storia e le modifiche, come il pronao aggiunto nel successivamente nel ‘700, subite nel tempo dall’edificio che si vuole riportare alle forme originali. Il progetto prevede di realizzare al piano terra e nell’ampia soffitta alcune stanze per l’ospitalità, mentre il piano nobile sarà conservato nelle attuali condizioni per adibirlo ad impieghi diversi, concerti, mostre, convegni, eventi culturali con l’obiettivo di recuperare al territorio e al patrimonio culturale collettivo una villa storica che stava subendo le ingiurie del tempo e di cogliere le opportunità promesse dalla crescita del turismo di visitazione del Parco del Delta del Po.

I colori

L’attuale tinteggiatura bianca delle facciate esterne ha sollevato qualche osservazione in paese, dal momento che tutti ricordano la casa di un colore rosso mattone. «Già altri mi hanno posto la stessa domanda – risponde Scarpari. In accordo con la Soprintendenza, abbiamo scelto la colorazione bianca dopo aver compiuto una ricerca sugli strati di intonaco sottostanti, fino a risalire a quello che reputo il primo originario. Abbiamo quindi definito il contorno delle aperture delle finestre con una colorazione leggermente diversa. La si nota quando ci si avvicina. Nella facciata sud abbiamo ripristinato la meridiana esistente e rinvenuto una data, 1539. Probabilmente l’anno di costruzione o di riedificazione della villa padronale su una preesistente struttura».

La cupola

Anche il campanile è stato oggetto di restauro, mantenendo la cupola di acciaio lucido che al momento è stato impossibile rimuovere. «La cupola ha assicurato fino ad oggi l’integrità della struttura, ma stiamo già pensando a qualche soluzione diversa – riprende il progettista. Rimane ancora parecchio da fare e presumo che i lavori proseguiranno ancora per un anno e mezzo. Nel frattempo abbiamo preso contatti con il prof. Paolo Pileri del Politecnico di Milano, ideatore della ciclovia Vento, una struttura turistica che, una volta compiuta, promette di portare un notevole impulso al turismo lento nella nostra area». In questo contesto, una volta portato a compimento il restauro, la villa potrà divenire luogo di accoglienza sul percorso e sede di innumerevoli attività di natura culturale.
 

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Il Gazzettino