«Se usi Facebook ti ammazzo»: papà punta il coltello contro la figlia

«Se usi Facebook ti ammazzo»: papà punta il coltello contro la figlia
TRICHIANA - Papà punta il coltello alla gola alla figlia: «Se continui a usare Facebook ti uccido». Una vicenda incredibile quella che vede papà e figlia...

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TRICHIANA - Papà punta il coltello alla gola alla figlia: «Se continui a usare Facebook ti uccido». Una vicenda incredibile quella che vede papà e figlia uno contro l'altro in Tribunale a Belluno. Lei aveva solo 12 anni all'epoca dei fatti è ancora minorenne (per questo non vengono pubblicate generalità dell'imputato che potrebbero renderla riconoscibile). Ieri si è costituita parte civile tramite la mamma che esercita la potestà e che si è affidata all'avvocato Monica Barzon. L'imputato 43enne invece si è affidato all'avvocato Stefano Bettiol di Belluno e respinge con forza le accuse. I primi testi sfileranno in aula il 7 giugno di fronte al giudice Domenico Riposati. Parlerà per prima la ragazzina che sarà sentita con una deposizione protetta, come prevedono le norme: sarà la presidente del Tribunale a porle le domande.

L'accusa letta ieri in aula in Tribunale a Belluno e formulata dalla Procura ricostruisce quanto sarebbe avvenuto nella casa della nonna della ragazzina a Trichiana nel 2014. Il padre avrebbe minacciato gravemente la figlia puntandole un coltello alla gola dicendole che se avesse continuato a parlare con la madre dei problemi per l'uso del cellulare l'avrebbe uccisa.
Al centro della lite infatti proprio l'utilizzo che la minore faceva dei social, i contatti che avevano e lo smartphone. I due genitori erano separati e avevano visioni contrastanti. Il padre non voleva che la ragazzina usasse il cellulare e su questo non c'era accordo tra i due genitori. Quel giorno sembra che il genitore avesse preso il cellulare alla minorenne. Lei glielo avrebbe richiesto: «Dammelo». Da lì la lite e la presunta minaccia. Il papà, tramite la difesa, chiamerà in aula 5 testi: tra questi anche la minore. La difesa sostiene infatti che l'accusa rivolta dalla ragazzina non sarebbe fondata. La ragazzina è teste anche dell'accusa, che ieri era sostenuta dal pm Sandra Rossi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino