Lettera aperta del prof. Gianbruno Cecchin, 48enne docente universitario di filosofia, al Papa e al vescovo di Treviso: «La mia vicenda è simile a...
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«Per un anno intero non ho avuto la forza di andarmene e di denunciare quello che mi era successo, anche perché erano anni in cui ancora non si potevano denunciare e parlare di pedofilia e di abusi sessuali da parte di preti. Una sera, addirittura, stanco e sfinito di essere maltrattato e abusato sessualmente e non solo, sono letteralmente fuggito dal seminario vagando per la città di Treviso tutto solo e in balia dei miei dolori, delle mie angosce e delle mie atroci sofferenze e pregno delle mie ferite lancinanti che sanguinavano». La lettera resa nota dalla associazione L'Abuso ripercorre ogni tappa di questa vicenda umana e dolorosa, fino all'epilogo finale: la denuncia alla procura di Treviso per due sacerdoti anche se il reato è finito in prescrizione visto che gli abusi si sono compiuto tra il 1990 e il 1991.
La diocesi trevigiana che nel frattempo ha dice di avere avviato un'indagine interna sui due sacerdoti, esprime vicinanza «ai soggetti accusati e fiducia negli organismi competenti». Nella nota sottolinea che Cecchin all'epoca era maggiorenne. «Al momento non sono stati forniti né alla diocesi, né ai mezzi di informazione, la minima prova di quanto affermato».
Cecchin nella lettera aperta aggiunge però una serie di particolari, compreso i nomi dei due parroci: «Io sono stato spesso (e continuo ancor oggi nonostante siano passati più 28 anni) ad essere minacciato di morte da questi preti infami che hanno abusato sessualmente di me e che ancora oggi mi scrivono o mi fanno arrivare dei messaggi da altri preti o uomini di curia “Se parli, sei morto”. I reati e i crimini che hanno commesso questi criminali sono andati ovviamente in prescrizione, ma in prescrizione non andranno mai il mio dolore, le mie lacrime, i miei traumi subiti. E se Papi, Cardinali, Vescovi archiviano (o meglio insabbiano ), Dio non archivia!!»
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Il Gazzettino