PONSO - La moglie ha le contrazioni in bagno, lui si improvvisa ostetrico e fa nascere il figlio Elia, liberandolo dal cordone ombelicale che gli si era attorcigliato al collo....
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Lui e la moglie Mara Ruin, dipendente Enel a Rovigo, si erano precipitati all'ospedale di Schiavonia alle 3.30 di giovedì mattina. Alla data prevista per il parto mancava ancora una decina di giorni ma la futura mamma era già in preda a contrazioni irregolari. I medici però, dopo aver fatto un tracciato di soli 30 minuti hanno mandato a casa la coppia: l'ora del parto non era ancora scoccata. «La mattina mia moglie ha fatto un bagno rilassante, come le era stato consigliato. racconta Alberto Alle 9.30, quando è uscita dalla vasca, aveva una contrazione al minuto: ho chiamato l'ambulanza e nel frattempo ho suonato il campanello del vicino, ma non mi ha risposto nessuno così ho fatto da solo, guidato dall'istinto e dal fatto di aver assistito, tre anni e mezzo fa, alla nascita di mia figlia Emma».
«Mia moglie urlava, distesa sul tappeto del bagno. E io urlavo insieme a lei. prosegue il 44enne Alla seconda contrazione ho visto i capelli di Elia, alla terza è uscita la testa, ma il cordone ombelicale era attorcigliato al collo. D'istinto l'ho liberato e appoggiato al petto di Mara perché si tranquillizzasse». Nel frattempo in via Lourdes, nella frazione di Bresega di Ponso, è arrivata l'ambulanza: i sanitari hanno tagliato il cordone ombelicale e caricato a bordo mamma e neonato, tuttora ricoverati all'ospedale di Schiavonia. Difficile per Alberto e Mara descrivere tutte le emozioni provate in quegli attimi: paura che qualcosa andasse storto, agitazione e alla fine la gioia di avercela fatta. «Non credo che mi capiterà mai di fare una cosa più importante nella vita» afferma Alberto, che ha firmato un'autocertificazione di nascita per il figlio Elia, uno dei pochi bambini nati a Ponso.
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Il Gazzettino