Ottomila visitatori alla mostra dell'indimenticabile bomber Paolo Rossi

La mostra dedicata a Paolo Rossi al Centro culturale San Gaetano
PADOVA - È sempre stato amato dalla gente, lo è tuttora, e lo sarà sempre. Come uomo e come calciatore. Da chi lo ha visto giocare e da chi ha sentito...

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PADOVA - È sempre stato amato dalla gente, lo è tuttora, e lo sarà sempre. Come uomo e come calciatore. Da chi lo ha visto giocare e da chi ha sentito parlare di lui come di un mito, un eroe del pallone in ogni angolo della terra dopo aver liquidato con una tripletta il Brasile ai Mondiali di Spagna nel 1982. Non è una sorpresa, quindi, che la mostra che gli è stata dedicata a un anno dalla prematura scomparsa, inaugurata il 21 dicembre e chiusa l’altro ieri, giorno dell’Epifania, sia stata visitata da quasi 8mila persone. È più che positivo il bilancio dell’esposizione intitolata “Paolo Rossi. Un ragazzo d’oro”, al Centro San Gaetano, per ripercorrere le tappe del compianto campione toscano. Quello patavino è il primo di una serie di eventi itineranti, in programma a Verona e Vicenza, e poi a Londra, Parigi, Zurigo, Sidney e New York, per mostrare non solo le immagini e i video con le azioni dell’attaccante, ma pure molti altri oggetti che narrano l’esistenza di una persona gentile e disponibile, e la straordinaria carriera di un goleador di classe: nelle teche di via Altinate sono stati collocati il primo pallone in cuoio con cui aveva iniziato a giocare e quello in oro che aveva conquistato proprio al termine del trionfo degli azzurri in terra ispanica.

LE MAGLIE, I PALLONI, I TROFEI

E poi maglie, sia sue, di quando giocava con il Milan o con la Juventus, che degli avversari (tra cui Messi, Neymar, Maldini e Zanetti), avute in dono a fine partita, in aggiunta a coppe, trofei, e cimeli di ogni tipo, messi a disposizione dalla moglie Federica Cappelletti, intervenuta alla vernice patavina, assieme all’arbitro israeliano Abraham Klein che aveva diretto proprio quell’Italia-Brasile divenuta leggenda. A vedere la rassegna, organizzata dal Comune con la Regione, sono stati spettatori soprattutto veneti, di cui Pablito è stato per un lungo periodo una sorta di “portabandiera calcistico”, essendo nato e cresciuto nel Lanerossi Vicenza, arrivato ai vertici del campionato di serie A alla fine degli anni Settanta grazie ai suoi gol, e avendo militato pure con il Verona prima di congedarsi dai rettangoli di gioco. Non a caso ad attribuirgli quell’affettuoso soprannome con cui è passato alla storia era stato Giorgio Lago sulle pagine del Gazzettino, ai tempi dei Mondiali in Argentina nel 1978, quando il “piccolo Paolo” si rivelò uno dei centravanti maggiormente talentuosi.

LE RIFLESSIONI

«Le difficoltà di un periodo complesso, contraddistinto ancora dalle limitazioni imposte dal Covid - ha osservato Diego Bonavina, assessore allo Sport - non hanno impedito che al San Gaetano siano arrivate 8mila persone di tutte le età, tra cui molti bambini e ragazzini che hanno conosciuto l’epopea di Pablito dalle parole dei genitori. Rossi è un campione che ha unito le generazioni ed è per questo che ora è stata lanciata la proposta di intitolargli lo stadio Olimpico di Roma». «Pertanto - ha aggiunto l’ex biancoscudato - avere ospitato questa splendida rassegna itinerante per Padova, prima tappa di un lungo tour, è stato importante. Lo sport si è confermato un veicolo comunicativo pazzesco, come dimostra la vicenda Djokovic ed è probabile che proporremo altre iniziative analoghe. Ringrazio la Regione e il Comune di avere accolto la mia proposta di ospitare la rassegna dedicata a Paolo Rossi».

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Il Gazzettino