Uccise il padre all'università, Paolo Pasimeni ancora nei guai stavolta per doping

Paolo Pasimeni
PADOVA - I guai per Paolo Pasimeni sembrano non avere mai fine. Insieme a due vicentini è stato iscritto nel registro degli indagati per doping. Già noto alle...

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PADOVA - I guai per Paolo Pasimeni sembrano non avere mai fine. Insieme a due vicentini è stato iscritto nel registro degli indagati per doping. Già noto alle cronache per avere ucciso a bastonate e poi bruciato il padre Luigi, stimato docente di Chimica, l'11 febbraio di 20 anni fa nel cortile dell'ateneo dopo che aveva scoperto che aveva falsificato l'esito di un esame, nel corso degli ultimi tre anni è finito nel mirino della giustizia. A settembre dell'anno scorso, in rito abbreviato, è stato condannato a due anni per la pistola Beretta calibro 9x21 trovata dai carabinieri il 10 dicembre del 2019 nel suo ufficio. E poi sulla sua testa pende l'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti, dove a indagare è la direzione distrettuale antimafia di Trento. 


Adesso in concorso con Antonio Olivieri 43 anni di Isola Vicentina e Stefano Virgolino 43 anni di Schio, è accusato di somministrazione di farmaci o di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti. Inoltre il pubblico ministero Silvia Golin, titolare delle indagini, lo ha anche accusato di esercizio abusivo di una professione e di somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica. Tutti e tre sono stati raggiunti dalla misura restrittiva dell'obbligo di dimora nel proprio comune. Attualmente Pasimeni è ancora agli arresti domiciliari nella sua abitazione di via Facciolati.


LE INDAGINI

Il filone del doping è stato scoperto dai carabinieri quando, dopo avere trovato la pistola nell'ufficio del 42enne, hanno rivenuto nel suo appartamento sostanze dopanti come eritropoietina, agenti anabolizzanti, ormoni peptidici e fattori di crescita. Tutta una serie di farmaci, in parte risultati essere il frutto di un paio di ingenti furti ai danni degli ospedali di Locri e Tinchi di Pisticchi. Tanto da portare gli inquirenti, questa volta i carabinieri del Nas, a battere la pista dei possibili legami con il crimine organizzato. 
Ma la svolta nelle indagini è arrivata quando gli investigatori hanno analizzato il telefono cellulare di Pasimeni, portando alla luce i contatti con i due vicentini e il mondo del doping. Secondo l'accusa Olivieri e Virgolino procuravano e commercializzavano sostanze ad azione dopante, come il nandrolone, idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell'organismo. Le avrebbero quindi cedute dietro corrispettivo a Pasimeni, il quale le smerciava ad atleti e nei circuiti di gara. I tre, ancora secondo l'accusa, avrebbero agito tra le province di Padova e Vicenza tra il 2016 e il 2019. Spesso le sostanze dopanti se le sarebbero fatte arrivare dalla Repubblica Ceca, con ordinazioni fino a duemila euro. Durante le indagini gli inquirenti hanno sentito a sommarie informazioni sette atleti, che avrebbero confermato di avere acquistato farmaci dopanti soprattutto da Pasimeni.


LE INTERCETTAZIONI

Gli inquirenti analizzando il telefono cellulare del 42enne padovano, hanno evidenziato moltissime chat e contatti relativi all'acquisto e alla cessione di sostanze dopanti. I due vicentini, sempre per l'accusa, nel tentativo di non essere scoperti hanno utilizzato Sim intestate a soggetti terzi stranieri. Inoltre avrebbero comunicato sotto traccia scrivendo su Telegram. Ad esempio Pasimeni, quando doveva ordinare sostanze dopanti, contattava Virgolino e gli scriveva frasi come Ho una battaglia pronta, Ti porto un battaglione intero, Avrei un paio di coordinate da passarti e Domani tiro un altro paio di bordate. Gli inquirenti hanno poi sequestrato, in alcune chat Telegram tra Olivieri e Virgolino, una serie di foto e video dove vengono indicati una serie di farmaci dopanti. Ad esempio, il 22 settembre dell'anno scorso, i due si sono contattati con un file audio. Virgolino: «Ciao Anto, per quando riusciamo?» e lui ha risposto: «Solo una cosa che non riesco più, il winstrol non so, va bene ce la faccio a stare dentro nei trenta perchè lo pago 20, però il dianabol lo pago 25 della Balkan, quindi devo metterlo per forza a 30...». 

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Il Gazzettino