I pannelli solari vanno a fuoco, i vigili: «Colpa della scarsa manutenzione»

I pannelli solari vanno a fuoco, i vigili: «Colpa della scarsa manutenzione»
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MESTRE - Sono la tecnologia del futuro e del presente per la produzione di energia, hanno avuto il loro boom di recente con Superbonus ed Ecobonus, sono ormai di serie per qualunque nuova costruzione. I pannelli solari, però, hanno bisogno anche di una manutenzione continua e di una particolare attenzione, soprattutto nella fase dell'installazione per scongiurare l'ipotesi che qualcosa vada storto. Il rischio principale è quello degli incendi: nelle ultime settimane i vigili del fuoco sono dovuti intervenire in diversi casi in provincia.


GLI INCIDENTI


«Abbiamo avuto una decina di episodi nell'ultimo anno - spiega il comandante provinciale di Venezia Mauro Luongo - che diventano una ventina a livello regionale, centinaia in Italia. Qualche anno fa di questi casi non ne vedevamo mai, adesso questa tipologia di intervento è diventata molto più frequente tanto che è stata inserita nei corsi di aggiornamento operativi». Il problema, continua Luongo, è che la causa di questi roghi avviene per una mancanza di manutenzione. «Quella è un'attività che non controlliamo - continua - infatti la quasi totalità dei casi è su edifici privati. Succede che l'impianto produca corrente e che si formi, per esempio, un arco elettrico che faccia da miccia. Le conseguenze sono diverse: può danneggiarsi il singolo pannello o addirittura la copertura e il sottotetto dell'edificio». Questo, in particolare, è il periodo più a rischio dell'anno. «Con la fine dell'inverno gli impianti cominciano a entrare a regime, e se l'impianto o i collegamenti si sono danneggiati durante l'inverno, il rischio incendi esiste ed è concreto. Durante gli inverni rigidi, per esempio, si possono allentare i cavi, si possono irrigidire i contatti. Per questo continuiamo a sostenere che la manutenzione deve essere fondamentale». Infatti non è un caso che solo in questi ultimi anni si siano cominciati a vedere questi incendi, quasi sempre verificati in impianti costruiti da qualche anno e non controllati con continuità. «Il corto circuito - prosegue Luongo è sempre tra l'elemento che produce corrente e l'impianto che deve trasferirla. Sugli edifici che noi controlliamo esaminiamo certi fattori di rischio: abbiamo pubblicato anche delle linee guida per limitare i pericoli. Per esempio il pannello deve essere sempre installato su un supporto che sia incombustibile, resistente al fuoco. Questo per evitare che l'incendio si propaghi: tante volte ci è successo che le fiamme dal tetto si spostassero al lucernaio. Altro elemento di malfunzionamento è il posizionamento. Se si installano più pannelli è bene che abbiano la stessa esposizione al sole. Se parte di questi sono ombreggiati non lavorano bene, si rischia di creare uno squilibrio che potrebbe aprire quindi a una possibilità di innesco». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino