Panificio chiuso a causa dei rumori: scatta la solidarietà dei clienti

I vicini del forno, aperto da 37 anni, hanno presentato un esposto in Procura

La titolare Rossella Novello con alcuni clienti davanti al panificio che da domani dovrà chiudere a causa dei rumori
MESTRE - “Chiuso per rumori”. Il panificio di Rossella Novello in via Toffoli 7 a Marghera domani non aprirà i battenti. Per rispettare il sequestro cautelativo...

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MESTRE - “Chiuso per rumori”. Il panificio di Rossella Novello in via Toffoli 7 a Marghera domani non aprirà i battenti. Per rispettare il sequestro cautelativo disposto dalla Procura della Repubblica cui si sono rivolti, con un esposto, i vicini di casa del forno, attivo da 37 anni a pochi passi da piazzale Giovannacci. A comunicare la notizia un cartello, posto sulla porta del panificio: «Da lunedì il negozio rimarrà chiuso fino a data da destinarsi grazie ai vicini che mi hanno fatto chiudere per rumori».

Cartello che ha suscitato più di una reazione: non c’è stato cliente che, ieri, entrando nella rivendita, non abbia sollecitato titolare e commesse – sono sei le famiglie, con un mutuo sulle spalle, a vivere grazie agli introiti del panificio - a tener duro e ad augurare loro che l’attività possa riaprire al più presto. Sempre ieri Alvise Ferialdi, presidente dell’associazione “Buongiorno Marghera” cui fa capo l’omonimo gruppo Facebook, si è presentato in via Toffoli per dimostrare, insieme ad un gruppo di cittadini, piena solidarietà alla titolare. «Siamo molto dispiaciuti che – ha scritto pochi istanti dopo in rete - certe vicende arrivino a mettere in discussione una delle attività storiche di Marghera». Negli ultimi anni, solo per restare in centro, hanno chiuso quattro panifici: in piazza Mercato e alla Cita. A ricostruire la vicenda Rossella Novello che, nel 1987, ha aperto l’attività insieme al marito.

«Nel 2005 sono iniziate le proteste del vicinato che sostenevano di sentire, oltre ai rumori delle impastatrici, il vociare di notte: allora abbiamo spostato i macchinari più rumorosi dalla parte opposta del retrobottega e sembrava che le proteste fossero rientrate. Nel 2022 però - ricorda - sono riprese da parte delle famiglie che abitavano vicino al retrobottega in cui avevamo spostato i macchinari». La titolare, allora, ha pensato di spostare le impastatrici nel locale in cui erano inizialmente, ma prima ha incaricato una ditta realizzare una serie di interventi che avrebbero dovuto essere risolutivi.

«Il soffitto è stato abbassato di 80 centimetri per inserirvi una doppia lama insonorizzata, abbiamo rifatto il pavimento e – sottolinea Rossella, mostrando un faldone di incartamenti, tra cui i grafici delle rilevazioni sonore che dimostrerebbero che i rumori, a seguito degli interventi attuati, rispettano i limiti di legge - abbiamo realizzato una controparete laterale e sostituito gli infissi in modo che fossero a tenuta dei rumori. Abbiamo speso 20mila euro per sostituire impastatrici e una ventola». Sta di fatto che le segnalazioni dei vicini, che si sarebbero rivolti sia al Comune sia alla Magistratura, sono proseguite e che la Procura, sulla scorta di rilevazioni acustiche dell’Arpav negli appartamenti adiacenti, abbia disposto il sequestro cautelare. «Cercheremo di capire - commenta sconsolata Rossella - come muoverci». «Siamo pronti - commenta una cliente - a scendere in strada! Questo panificio è di riferimento per centinaia di famiglie».

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Il Gazzettino