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ROVIGO - In questo caso, le varianti non spaventano nessuno. Anche in Polesine il panettone artigianale non passa mai di moda e fioccano le richieste alle pasticcerie. E nonostante l’emergenza Covid, che Natale sarebbe senza panettone? Le dolci varianti abbondano: dal classico con l’uvetta, a quello con le gocce di cioccolato, passando per arancia, cannella, gianduia, pistacchio. Tante golosità in via Mure Ospedale grazie alle creazioni di “Charlotte Rovigo”, la pasticceria che ha aperto i battenti 11 anni fa. «Siamo contenti e abbiamo tantissime richieste arrivate dalla provincia e non solo, arriva gente da Padova, Ferrara e Bologna – racconta Carlotta Scaranello - tra le specialità più apprezzate il panettone Red Velvet e quello al gusto pistacchio. Le richieste sono state così elevate che il 14 dicembre abbiamo detto stop agli ordini».
TRADIZIONE
Storia, tradizione e sapori autentici s’intrecciano nel panificio-pasticceria Pellegrini, in città nel quartiere Commenda. Il titolare, Luca Pellegrini, spiega come stanno cambiando le abitudini: «Nel 2020 c’era stato un vero e proprio boom dovuto alle restrizioni Covid, perché i clienti preferivano il piccolo negozio vicino casa, poco affollato, invece delle grandi catene di distribuzione.
DI PADRE IN FIGLIO
Da 54 anni il panificio Trombini, in via Volta a Rovigo, serve i clienti della città e dei paesi limitrofi. Il segreto è la gestione a conduzione familiare: e in questo periodo la produzione s’impenna a causa delle “dolcissime” richieste. «Prevediamo il maggior afflusso negli ultimi giorni che precedono il Natale - spiega Marco Trombini - la clientela si divide in due categorie: chi preferisce la tradizione e chi invece cerca il panettone all’ultimo grido, che può essere farcito al pistacchio o ai tre cioccolati. Abbiamo la fortuna di avere, negli anni, una clientela fedele: chi compra il panettone, e le colombe, l’anno successivo torna sempre perché apprezza l’artigianale». La pasticceria Sanremo è un pezzo di storia di Badia. Le considerazioni del titolare, ed ex sindaco della città, Paolo Meneghin: «Stiamo producendo di più rispetto allo scorso anno, quando all’epoca eravamo in Zona rossa e la gente era preoccupata dall’emergenza Covid. Abbiamo iniziato la produzione artigianale di pandori e panettoni a metà novembre, arriviamo a sfornare 120 pezzi al giorno. Ci sono personaggi famosi di Milano che comprano qui a Badia, abbiamo una lunga storia alle spalle. Mio padre Olindo, nel 1985, andò in Giappone per insegnare a fare panettoni e pandori: ora vengono prodotti dall’azienda Donq e ci sono oltre 200 punti vendita. L’altro giorno, una donna di Badia che abita a Tokyo ci ha mandato una foto e aveva comprato un panettone con il nostro logo Sanremo. Sono soddisfazioni».
VENDUTI ALL’ESTERO
Meneghin punta sulla tradizione: «Noi facciamo i panettoni classici con uvetta, bassi mandorlati o al cioccolato. E la prima base di lievito risale agli anni ’50. La clientela cerca sempre prodotti selezionati». Dall’Alto Polesine si percorre tutta la provincia e si arriva nel Delta, a Rosolina Mare. Il Tiratardi, nato 20 anni fa dal salato di pizze e focacce, ha saputo allargarsi negli ultimi dieci anni. È conosciuto da tutti come “Il panettone di Marco” e a svelare come nasce è proprio Marco Pavanello: «È privo di qualsiasi additivo e ho fatto una ricerca, nel tempo, per trovare gli ingredienti: dai canditi artigianali francesi al cioccolato. Il sapore deciso e particolare è dato dal lievito madre. I clienti che frequentano il mare ordinano il loro panettone e lo ricevono a casa, grazie alle spedizioni che raggiungono Milano o Asiago».
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Il Gazzettino