- Tutti gli articoli del sito, anche da app
- Approfondimenti e aggiornamenti live
- Le newsletter esclusive
OFFERTA SPECIALE
TREVISO - Trent'anni dopo, a Treviso le panchine continuano a far discutere. Allora erano state le sedute rimosse da Giancarlo Gentilini nei giardinetti di fronte alla stazione ferroviaria, oggi quelle eliminate dall'amministrazione del sindaco Mario Conte non molto distante, in via Roma, davanti al polo delle corriere, ma anche in Borgo Cavalli. È stato proprio l'attuale primo cittadino a richiamarsi al predecessore («Ci aveva visto lungo») per motivare come l'operazione diventi doverosa quando sulle panchine non si siedono pochi minuti a riposare i passanti, ma bivaccano in permanenza altri soggetti. Di tutt'altro avviso Marco Zabai, consigliere comunale del Pd: «A volte ritornano. E a Treviso, purtroppo, tornano le vecchie ossessioni della Lega: le panchine. Rimuoverle non è solo una scelta sbagliata, è l’ennesimo tentativo dell’amministrazione Conte di nascondere il vuoto sotto il tappeto».
LA POLEMICA
L'esponente Dem attacca: «Davvero l’unica risposta ai problemi della zona di via Roma è togliere le panchine, che servono a anziani, donne incinte, persone con disabilità o semplicemente a chi ha bisogno di una sosta? È questa la visione di città accogliente e inclusiva che la giunta ha da offrire?».
LA RISPOSTA
Conte, tuttavia, tira dritto, confermando che si tratta di interventi puntuali in nome della sicurezza e del decoro pubblico: «C'è una differenza sostanziale: non ho voluto togliere le panchine in modo simbolico. Stiamo riqualificando la città, una riqualificazione che passa anche attraverso l'installazione o lo spostamento dell'arredo urbano. Le panchine fanno parte dell'arredo urbano: le installiamo dove vengono utilizzate in modo corretto. Se invece diventano luogo di degrado, in quel posto specifico non verranno posizionate e, se ci sono, verranno spostate». Nel complesso della città, non mancherà certo la possibilità di sedersi. «Nei prossimi mesi aumenteremo il numero di panchine. A partire da quelle nei parchi dove famiglie, anziani, persone che vogliano riposarsi mi segnalano la carenza».
IL QUADRANTE
Proprio via Roma e dintorni potrebbero essere compresi nella prima "zona rossa" del capoluogo: «La sua istituzione - ribadisce Conte, annunciando un prossimo tavolo di confronto in merito - riguarda la Prefettura e gli altri professionisti della sicurezza. E io, ovviamente, mi adeguerò alle loro scelte. Naturalmente tutto ciò che può migliorare la sicurezza nella mia città e per i miei cittadini, lo accolgo con entusiasmo. La zona rossa nell'area della stazione, seppur piccola, può essere uno strumento ulteriore per le forze dell'ordine per garantire la sicurezza e un segnale importante di presenza delle istituzioni. Quindi sono convinto che si possa fare e probabilmente si farà. Insomma. Avevo avuto anche modo di parlare con il Ministro Piantedosi che mi aveva illustrato come, laddove sono state create, ci stato un ritorno di soddisfazione da parte dei cittadini». In particolari zone, Ca' Sugana sta studiando anche divieti di consumare alcol all'aperto. Quanto ai recenti episodi di disagio giovanile, il questore di Treviso, Alessandra Simone, rimarca come si tratti di un fenomeno nazionale e rilancia l'appello alla collaborazione da parte dei cittadini. «Se vedono qualcosa, ce lo segnalino subito. In questo modo possiamo lavorare meglio e prima. Segnalare una situazione non significa denunciare: saremo poi noi a valutare se si tratta di mero disagio sociale, interessando gli altri organismi competenti, o ci possono essere risvolti penali. I cittadini sono i nostri occhi e orecchie: le loro segnalazioni sono fondamentali».
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino