Veneziana uccisa, il marito nel 2013 fu bruciato vivo nello stesso stato di Oaxaca

Veneziana uccisa, il marito nel 2013 fu bruciato vivo nello stesso stato di Oaxaca
MESTRE (VENEZIA) - Un destino di sangue quello di Pamela Codardini. Il suo nome era già finito sui giornali nel 2013, quando il Veneto era piombata la notizia che un cuoco...

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MESTRE (VENEZIA) - Un destino di sangue quello di Pamela Codardini. Il suo nome era già finito sui giornali nel 2013, quando il Veneto era piombata la notizia che un cuoco goriziano di 28 anni - Alex Bertoli - era stato trucidato, poco lontano dal ristorante che aveva aperto da poco in Messico, sempre nello stato di Oaxaca. Era suo marito. Lei allora aveva appena 24 anni. Si erano conosciuti nel 2010 a Cavallino e si erano innamorati. Lui originario di Capriva del Friuli, lei barista a Mestre. Poi la decisione di dare una svolta alla loro esistenza e la partenza in cerca di un futuro migliore. Il locale lo avevano chiamato "Dolce vita", avevano scelto la piccola località balneare di Mazunte, sulla costa del Pacifico, famosa per il Centro nazionale delle tartarughe messicane che su quella spiaggia depositano le uova. Gli affari non andavano male, le recensioni sui social erano buone, ma poi qualcosa è andato storto.

SEVIZIATO E BRUCIATO

Era il 3 maggio quando il terrore ha travolto e sconvolto progetti, aspettative, speranze. "Esco per una sigaretta" aveva detto Alex alla moglie, dopo aver ricevuto una telefonata, alla fine di una giornata di lavoro come tante. Non è più rientrato. Il suo corpo seviziato e bruciato è stato trovato l'indomani. L'autopsia rivelerà che i suoi assassini lo avevano preso a bastonate fino a tramortirlo per bruciarlo mentre era ancora vivo. Perché tanta crudeltà, perché tanta spietatezza? Due le piste investigative per un massacro all'apparenza inspiegabile: debiti non saldati nell'ambiente degli usurai, coinvolgimento in traffici illeciti sullo sfondo del traffico di droga.

LO STRAZIO

Pamela lo ha riconosciuto solo grazie a un tatuaggio su un lembo di pelle risparmiato dal fuoco. L'autorità giudiziaria, temendo ritorsioni o rappresaglie, la misero sotto scorta fintantoche non si fossero chiarite le circostanze dell'omicidio. Vedova e sotto choc, pur affranta dallo strazio, decise di rimanere in Messico per tentare di dimenticare e di ricominciare. Un nuovo amore, la gioia di dare alla luce due splendidi bambini. Fino all'attuale rapporto sentimentale con Juan Yahir, di qualche anno più giovane. L'11 gennaio ha cambiato l'immagine di copertina su Facebook: nel palmo di una mano un biglietto con la scritta "Te amo mucho mamita", la grafia è infantile, quella di uno dei suoi bimbi. Nelle foto pubblicate sui suoi profili social scorrono scene di vita quotidiana, in famiglia, di una madre innamorata dei suoi piccoli: sempre con il sorriso. Il ritratto della felicità. Le gite al mare, la spesa, la moto, i piatti pronti per il pranzo. Nessuno poteva immaginare che il sogno familiare sarebbe finito nel peggiore dei modi, due settimane più tardi. Quei due bambini non rivedranno più la loro mamma, assassinata da un commando di sicari solo perché era la donna dell'uomo sbagliato. Allo stato delle indagini non ci sarebbero elementi che coinvolgano la 35enne nelle presunte attività illecite del partner. 

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Il Gazzettino