Palpeggiata in piazza: «Il maniaco mi ha colta di sorpresa, sono rimasta pietrificata»

Indaga la polizia
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PADOVA Compirà tra pochi giorni 18 anni ma ha il volto ancora da bambina. La sua età e lo sguardo innocente e gentile non hanno fermato, però, il maniaco di Prato della Valle dall’aggredirla sessualmente, palpeggiandole prepotentemente con violenza i seni, facendola piombare in uno stato di choc che la giovane deve ancora bene elaborare. Lavora in un negozio di Prato della Valle una delle sei vittime molestate dallo straniero giovedì poco dopo l’imbrunire, tra le 17.30 e le 18. E dalle vetrine della bottega guarda sempre la panca di marmo dove il maniaco l’ha toccata e sconvolta. 


IL FATTO Ragazzine palpeggiate in Prato della Valle, caccia allo straniero maniaco

Come mai eri in Prato a quell’ora?
«Lavoro proprio in Prato e avevo qualche momento di pausa così, visto che il pomeriggio non era niente male, ho deciso di passare quei momenti di stacco mangiando qualcosa seduta sulla lunga panchina di marmo che costeggia il canale dell’isola Memmia, proprio lì davanti» spiega puntando il dito proprio davanti a sé, oltre la vetrata, nel punto dove ieri pomeriggio altri gruppetti di giovani si godevano il mite pomeriggio di fine gennaio. 

E poi cos’è successo?
«È successo che si è avvicinato questo ragazzo. Non me l’aspettavo, stavo pensando ai fatti miei e mi stavo godendo quei minuti di pausa, quando arriva quest’uomo e mi chiede se ho qualcosa da dargli». 

E tu?
«E io gli ho detto semplicemente che non avevo niente. Ed era pure vero perché non avevo portato con me nulla. È stato in quel momento che mi ha aggredito». 

Come?
«Lui mi aveva inquietato, così una volta che gli ho detto che non avevo niente con me ho fatto come per alzarmi perché mi sentivo a disagio. In quel momento lui mi ha messo una mano sulla spalla e una sul ginocchio e mi ha spinto giù per impedirmi di andarmene e rimettermi seduta».

Ti ha fatto del male?
«No ma è stato così veloce che mi sono come paralizzata. Ha iniziato a toccarmi aprendomi il gubbino, avevo le sue mani dappertutto. Ero come pietrificata». 

E cos’hai fatto?
«Sono riuscita solo a urlare. “Aiuto! Aiuto!” ma incredibilmente non c’era nessuno. Così ho continuato a urlare finchè non è arrivata una coppia di fidanzati. Quando il ragazzo ha visto che stava succedendo mi è corso incontro e lo straniero è scappato». 

Com’era questo straniero?
«Trentanni, carnagione molto scura come le persone che vengono dall’Africa centrale. Aveva un berretto rosso vivo e un giubbo nero. Un’altra vittima ha detto anche delle cuffiette bianche. Sembrava uno normale, vestito tipo rapper». 

Poi cosa hai fatto?
«Sono scappata nel negozio dove lavoro. Piangevo, mi sono sfogata con le mie colleghe che poi mi hanno accompagnata in questura a fare denuncia».

Come ti senti ora? Hai cambiato le tue abitudini?

«Beh, non vado più sola a fare la pausa lì. Me ne resto in negozio piuttosto. E mi faccio accompagnare se devo uscire». 
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Il Gazzettino