Cliente palpeggiata in ufficio, impiegato condannato a 1 anno

Cliente palpeggiata in ufficio, impiegato condannato a 1 anno
PORDENONE - Lei intenta ad eseguire un’operazione sul telefonino, lui dall’altra parte del divisorio in plexiglass che con un gesto repentino riesce ad afferrarle un...

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PORDENONE - Lei intenta ad eseguire un’operazione sul telefonino, lui dall’altra parte del divisorio in plexiglass che con un gesto repentino riesce ad afferrarle un seno. Non ci sono testimoni e non ci sono telecamere interne che abbiano ripreso la scena. La donna, molto scossa, esce immediatamente dall’ufficio. L’umiliazione è tale che, una volta in strada, scoppia in lacrime. Seguirà la denuncia che ha portato un 45enne del Pordenonese davanti al gup Giorgio Cozzarini con l’accusa di atti sessuali.

Il processo è stato celebrato ieri con rito abbreviato. Il pubblico ministero Andrea Del Missier ha chiesto una condanna a 1 anno e 4 mesi di reclusione, il gup ha inflitto un anno e ha riconosciuto alla parte civile, costituita con l’avvocato Silvia Sanzogni, un risarcimento di tremila euro. «Non è per i soldi che la vittima si è costituita parte civile - ha spiegato il suo legale - Ma perché in quel momento si è sentita disarmata e ha capito che non poteva lasciar perdere, che le donne vanno rispettate. Sempre».
L’imputato era difeso dall’avvocato Antonio Malattia, che ha ridimensionato l’accaduto parlando di una dinamica inverosimile. Se un contatto c’è stato - è stata la sua difesa - è stato involontario. La vicenda risale all’aprile 2021. La cliente si presenta in ufficio, deve effettuare un’operazione utilizzando il telefonino. Secondo la difesa, nel tentativo di aiutarla a perfezionare l’operazione, l’imputato le avrebbe sfiorato accidentalmente il seno infilando il braccio nell’apertura alla base del divisorio in plexiglass.

Quella raccontata dalla vittima è una versione che il giudice ritiene credibile. «Era scossa - spiega l’avvocato Sanzogni - ma dopo essere uscita dall’ufficio ha telefonato chiedendo di parlare con il responsabile. A risponderle è stato lo stesso impiegato, che le ha detto che il direttore non c’era. Allora lei è rientrata ed è andata nell’ufficio del responsabile, che invece era presente, spiegando quello che le era successo». L’impiegato ha sempre negato di aver costretto la donna a subire atti sessuali, confermando la sua versione anche ai superiori. La vittima ha riflettuto a lungo sul da farsi. Si è consultata con le persone più care, ma anche con il suo medico e il suo legale. Dopo due settimane, ha deciso di rivolgersi ai Carabinieri e di presentare una denuncia.
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Il Gazzettino