Gioielli rubati a Palazzo Ducale, il ladro mai preso se la caverà se resta latitante

La sentenza ha chiuso con il "non luogo a procedere" per uno dei banditi del clamoroso colpo a Venezia nel 2018

VENEZIA Le telecamere di Palazzo Ducale hanno inquadrato il bandito
VENEZIA - Cinque anni di rinvii e poi, ieri, la sentenza che chiude la storia. Almeno per dieci anni. Goran Perovic, serbo, 48 anni, uno dei protagonisti del furto del secolo a...

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VENEZIA - Cinque anni di rinvii e poi, ieri, la sentenza che chiude la storia. Almeno per dieci anni. Goran Perovic, serbo, 48 anni, uno dei protagonisti del furto del secolo a Palazzo Ducale a Venezia, è ancora latitante. È l’unico della banda a non essere stato preso ma il suo nome ha accompagnato quello dei suoi compagni in tribunale. Solo che la sua posizione veniva rinviata di sei mesi in sei mesi, in attesa di una cattura mai arrivata. Udienze sempre identiche: l’appello, la comunicazione di nessuna novità sul fronte delle ricerche e poi il rinvio. 


Ieri però il giudice monocratico di Venezia, Maria Elena Teatini, ha sparigliato le carte in tavola. Poggiandosi su una norma prevista dalla riforma della legge Cartabia sui continui rinvii in caso di processi a imputati irreperibili, il magistrato ha pronunciato sentenza di “non doversi procedere”, dichiarandola inappellabile. Effetto? Processo chiuso con una prima e definitiva sentenza nei confronti del latitante.


LE RICERCHE
Una sentenza che non cambia nulla nel tentativo di ricerca di Perovic. Su di lui pende un mandato di cattura europeo che però in Serbia non vale, proprio per questo il giudice ha dato tempo fino alla fine del 2033 per cercarlo. Nel caso Perovic venisse trovato e arrestato, gli verrebbe notificata la sentenza ma si riaprirebbe il processo. Se non dovesse accadere, nel 2034 la sentenza diventerà definitiva e il ladro serbo non sarebbe più costretto a comparire davanti a un giudice per il colpo messo a segno a Palazzo Ducale.


COLPO SU COMMISSIONE 
Il 3 gennaio 2018, alle 20.03 e 28 secondi Palazzo Ducale, che stava ospitando la mostra “I tesori dei Moghul e dei Maharaja” subiva lo schiaffo più grande: il furto di una spilla e un paio di orecchini di platino e diamanti esposti alla mostra sui gioielli della collezione Al Thani. Un furto su commissione secondo il tribunale di Venezia per una tesi che ha trovato riscontro anche in Appello e suffragata dalla circostanza che una collana «di rilevante valore economico» (è scritto in sentenza) è stata lasciata all’interno della stessa teca che ospitava i gioielli rubati. Così come le indagini hanno portato a galla i continui sopralluoghi nei giorni precedenti da parte della banda, della quale facevano parte Vinko Tomic, bosniaco, ex componente del sodalizio criminale Pink Panther, accusato di essere l’autore materiale del furto; il serbo Dragan Mladenovic, latitante, che avrebbe fatto da “palo” durante l’apertura della teca in vetro che, nella Sala dello Scrutinio, custodiva i preziosi. Poi Zelmir Grbavec, indicato come l’autista del gruppo; Zvonko Grgic e Vladimir Durkin accusati soltanto di due tentativi di furto non andati a buon fine. 
E infine Goran Perovic: era stato proprio lui a scappare da Venezia con la refurtiva in auto, secondo un piano studiato in ogni dettaglio. Da quel momento di lui non si è saputo più nulla così come degli stessi gioielli in mostra.


SCARCERATO IL CAPO
Se i gioielli non sono mai stati ritrovati, ma i proprietari sono stati risarciti dalle assicurazioni. In primo grado erano state inflitte due condanne pesanti: Vinko Tomic, era stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione (più 800 euro di multa) mentre 6 anni (e una multa di mille euro) erano stati inflitti a Mladenovic. Per loro, giudicati in abbreviato il pm aveva chiesto 3 anni e mezzo. 


La linea dura era stata tenuta anche nei confronti di Zelmir Grbavec (3 anni 10 mesi); Zvonko Grgic e Vladimir Durkin (entrambi 2 anni e 10 mesi). In Appello le condanne erano state ridotte sensibilmente le pene: 3 anni a Tomic e 3 anni e 4 mesi a Mladenovic, che però riuscì a fuggire in Serbia dopo l’arresto avvenuto il 7 novembre 2018. Tomic, a questo proposito, ha finito di scontare la pena e ha lasciato il carcere a metà 2011.
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Il Gazzettino