Pordenone, petizione contro il palazzo di 12 piani, un gruppo di residenti: «Il consiglio comunale deve fermarlo subito»

Salvador (Civica): "Mi pare giusto che si siano mossi i cittadini. Sono sicuro che a firmare quella petizione saranno anche elettori di questa amministrazione"

Pordenone, petizione contro il palazzo da 12 piani
PORDENONE - In attesa del referendum, sempre ammesso che qualcuno presenti la richiesta formale al Comune, intanto è già partita una petizione. Nel mirino di un...

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PORDENONE - In attesa del referendum, sempre ammesso che qualcuno presenti la richiesta formale al Comune, intanto è già partita una petizione. Nel mirino di un gruppo di residenti, ma la raccolta di firme è aperta a tutti quelli che non condividono il progetto, finisce il palazzo di 12 piani che sarà realizzato in via Molinari, nell'area dell'ex panificio Spadotto all'incrocio con via Marco Polo. Un progetto che non piace sicuramente alla maggioranza dei residenti perchè hanno paura che un palazzo di quell'altezza di fatto faccia ombra a gran parte delle case vicine che sono decisamente più basse. Il piano di attuazione, però, è stato difeso nei giorni scorsi dall'assessore Cristina Amirante (in foto) che con una lunga presa di posizione ha dimostrato come questo palazzo sia meno impattante per la zona rispetto a quello che si sarebbe potuto costruire con il piano della precedente amministrazione.


LA PETIZIONE
È ancora presto per sapere nel dettaglio quante sono le firme che gli ideatori della petizione vogliano raccogliere, sicuramente il maggiore possibile per dare peso al documento. Poi sarà consegnato all'amministrazione. «Nonostante sia apprezzato l'intento di rigenerare l'edificio ora esistente, si fa presente che la nuova costruzione risulterebbe enormemente sproporzionata sia rispetto all'attuale fabbricato, sia rispetto agli edifici circostanti. Per le residenze viciniori di via Molinari, vicolo Molinari, e di via Marco Polo l'attuazione di tale progetto avrebbe come conseguenza una perdita di valore per la riduzione della luminosità, della già limitata vista panoramica sulle montagne e per il probabile aumento di traffico in una zona già molto congestionata nelle ore di punta».


LA VOLUMETRIA
«Non si vede la necessità di autorizzare volumetrie così importanti nemmeno dal punto di vista della offerta di alloggi in una città che certo non manca di locali vuoti o sfitti. Certo non dubitiamo dell'affidabilità dell'impresa edile, nè della efficienza energetica della nuova costruzione, ci limitiamo a osservare che l'impatto della nuova opera potrebbe e dovrebbe essere minimizzato riportando le volumetrie concesse al livello di quelle delle recenti costruzioni come ad esempio quella su via Marco Polo».


I GRATTACIELI
«La presenza di grattacieli quali il Principe di via San Quirino, e le Torri lungo via Montereale - scrivono ancora sulla petizione che sarà inviata al sindaco e a tutti i consiglieri comunali - non è così vicina come parrebbe dalla relazione tecnica dell'impresa da giustificare un intervento così impattante in una zona dove a est del nuovo edificio si trovano le casermette di vicolo Molinari, residenze storiche di due piani che sono state recentemente abbellite e ristrutturate dai proprietari, a nord si trova l'area dell'ex fiera che si eleva di un solo piano dal terreno e a ovest e a sud la massima altezza degli edifici è di sei piani, meno di trenta metri contro i settanta del progetto. Un'area insomma - conclude la petizione - dove la costruzione di un edificio di 12 piani ci appare assolutamente incongrua e invasiva e che chiediamo al consiglio comunale di non permettere».


I COMMENTI


«Mi pare giusto - spiega Marco Salvador della Civica - che si siano mossi i cittadini perchè così l'amministrazione potrà capire che non è una questione preconcetta e di schieramento, ma effettivamente un problema reale. Sono sicuro - conclude Salvador - che a firmare quella petizione saranno anche diversi elettori di questa amministrazione». A parlare, infine, anche l'architetto Sara Florian. «A me, quello che sconcerta, non è tanto che ci sia il desiderio di rinnovare la città, ma la metodologia. Dovremmo chiederci se c'è crescita della popolazione? Nuovi residenti qualificati? Cosa si fa dei tanti alloggi sfitti? Si possono recuperare e dare in affitto a prezzi calmierati? Continuando su questa linea già tracciata, si rischia di avere una grande quantità di appartamenti vuoti».
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Il Gazzettino