Padre violento, la testimone si fa scortare in tribunale: «Abbiamo tutti paura di lui»

L'uomo, un 55enne trevigiano, è accusato di violenza sessuale e maltrattamenti alla figlia quand'era minorenne

Testimone si fa scortare in tribunale a Treviso
TREVISO - «Quell’uomo mi fa paura. Ha minacciato me e i miei figli. Ho sporto denuncia contro di lui». Parole di una delle testimoni chiamate dalla parte civile,...

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TREVISO - «Quell’uomo mi fa paura. Ha minacciato me e i miei figli. Ho sporto denuncia contro di lui». Parole di una delle testimoni chiamate dalla parte civile, rappresentata dall’avvocato Marta Camarotto, che ieri si è presentata in tribunale “scortata” da un’avvocata del centro anti violenza di Treviso perché terrorizzata dal fatto che l’imputato, un 55enne trevigiano finito a processo per violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti della figlia (quand’era minorenne, ndr), potesse farle del male. «Ha detto a me e ai miei figli che ci avrebbe bruciato vivi - ha riferito la donna ai giudici, sotto giuramento - e in un’occasione ha anche gettato della candeggina sul nostro terrazzo contro me e mia figlia (la teste abita in un appartamento al secondo piano, l’imputato sopra di lei al terzo, ndr). Secondo me le minacce sono state fatte come intimidazione per evitare che venissi a testimoniare contro di lui».

LA VICENDA

I fatti contestati sarebbero iniziati nel 2012, quando la vittima aveva 8 anni. Dopo la separazione dalla compagna, e ottenuto l’affido esclusivo della figlia (che nel frattempo aveva girato diverse comunità), il 55enne avrebbe iniziato a maltrattare la minore e, in un caso, a sottostare ai suoi impulsi sessuali. Vicenda che è emersa quando la ragazza si è confidata con la madre, facendo scattare la denuncia. L’uomo, però, ha sempre respinto le accuse. Difeso dall’avvocato Michela Nasato, è forte anche dell’esito di un incidente probatorio in cui la figlia aveva dichiarato che il padre non le aveva fatto nulla e che era stata la madre a spingerla a denunciarlo. Si torna in aula a novembre.

IL PROTOCOLLO

Intanto ieri il questore di Treviso, Manuela De Bernardin Stadoan, ed Elena Gaiotto, in rappresentanza della coop “Una casa per l’uomo”, hanno sottoscritto il protocollo denominato “Zeus Treviso” che si inserisce nella costante azione della Polizia di rinforzare la tutela delle vittime di atti persecutori e di violenza domestica, che viene perseguita anche attraverso l’informazione e la sensibilizzazione della collettività. Quando il questore procederà all’ammonimento includerà anche la coop sociale di Montebelluna tra i servizi disponibili sul territorio finalizzati a intervenire nei confronti degli autori di violenza domestica o di genere.

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Il Gazzettino