«Era un cacciatore con un'etica rigorosa: per questo "scomodo"»

Massimiliano e Claudio Chiarelli
PADOVA - Il regista e fotografo trevigiano Carlo Bragagnolo ricorda Claudio Chiarelli come un cacciatore professionista con regole ferree e un'etica rigorosa contro la...

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PADOVA - Il regista e fotografo trevigiano Carlo Bragagnolo ricorda Claudio Chiarelli come un cacciatore professionista con regole ferree e un'etica rigorosa contro la caccia senza scrupoli. Aspetto che, secondo il documentarista, potrebbe averlo fatto diventare «una persona scomoda». Bragagnolo assieme a Chiarelli ha realizzato quattro documentari dedicati alla caccia dei grandi animali e con lui si era incontrato l'ultima volta alcuni anni fa quando il padovano era tornato in Italia per un breve periodo.


«Era un cacciatore professionista ma cacciava solo ed esclusivamente capi destinati all'abbattimento - ha raccontato Bragagnolo - e non faceva sparare se non era sicuro che l'animale venisse abbattuto con un solo colpo. Aveva insomma delle regole ferree e una etica rigorosa, non era uno di quelli che speculava sulla caccia. Ai suoi dipendenti aveva anche dato abitazione, cure mediche, scuola garantita ai figli. L'Africa era casa sua e la rispettava in ogni modo». In virtù della sua lotta contro i cacciatori senza scrupoli potrebbe essere diventato, ha aggiunto Bragagnolo, «una persona scomoda». Massimiliano è invece descritto come «un ragazzo timido, introverso, tranquillo, che aveva fatto la scuola per diventare cacciatore professionista ma aveva ancora le idee confuse sul sul futuro». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino