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TERME EUGANEE - Un padre di 50 anni, ex barista, è finito davanti al Gup in rito abbreviato con la pesante accusa di violenza sessuale nei confronti della figlia e di due amiche di lei. Il pubblico ministero Roberto Piccione, titolare delle indagini, ha chiesto per il genitore, dal settembre dell’anno scorso detenuto nel carcere di Montorio Veronese, una pena a sei anni di reclusione. Il giudice Domenica Gambardella il prossimo due dicembre darà lettura della sentenza. Le attenzioni sessuali sulle tre ragazze, all’epoca dei fatti tutte minorenni, sarebbero iniziate nel lontano 2013 fino al 2019.
Lo squarcio sull’orrore degli abusi si è aperto nel maggio dell’anno scorso, grazie a una delle due amiche oggi adolescente. La giovane soffre di disturbi alimentari ed è seguita dal servizio psichiatrico dell’Azienda ospedaliera. Nel corso di alcuni colloqui con una psicologa ha raccontato che quando era bambina era stata molestata sessualmente dal padre di un’amichetta, che le aveva confidato di essere anche lei vittima degli abusi del genitore. Immediatamente la professionista ha inviato una segnalazione alla Procura, che ha incaricato la Squadra mobile di indagare. L’ex barista, una volta partita l’inchiesta, è stato anche intercettato. Durante una conversazione telefonica con la compagna ha detto «Nostra figlia non mente», in riferimento agli abusi subiti da lui. In un’altra la mamma al telefono lo ha minacciato sapendo del male che aveva fatto a loro figlia: «Se ti avessi vicino di infilzerei con il coltello».
Davanti agli inquirenti l’ex barista aveva ammesso le sue colpe, giustificando le sue terribili azioni con una serie di abusi sessuali subiti da bambino in Germania da parte di un parente.
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Il Gazzettino