PADOVA Un cane orfano, una band che rilancia nell’etere il suo triste “bau”, una signora padovana che si sintonizza su quelle meste frequenze trasformandole in...
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LA PETTORINA
Nella clip il cagnolone indossa una pettorina verde che invoca “Per favore adottami”. In poche ore il video supera le 100 mila visualizzazioni su YouTube e tra i fan scatta una sorta di gara di solidarietà e fioccano le richieste di adozione. La missione solidale ha successo: una signora di Padova si fa avanti. «La adotto io». Senza indugio Diana trova una casa, una cuccia, la ciotola sempre piena, un divano sempre morbido dove rilassarsi e due mani buone, come quella canzone del destino, che l’accarezzano da mattina a sera. Insomma, una famiglia. Peraltro, la band in questo periodo sta anche iniziando una serie di live per promuovere il ritorno sulla scenda dopo una decina di anni di pausa.
MASCOTTE
Il primo concerto è fissato il prossimo 13 luglio al Subconscio Festival di Conscio, nel Trevigiano. Anche in quell’occasione i Lost porteranno avanti la campagna contro l’abbandono degli animali, dando visibilità ad altri cani in cerca di adozione. Inoltre, lì ci sarà la possibilità di conoscere, aiutare e magari diventare volontari dell’associazione stessa. Manco a dirlo, il cagnone prima orfano, ora non più, è diventato la mascotte dei Lost, tra le band italiane più popolari del primo decennio degli anni Duemila, con all’attivo numerosi riconoscimenti tra cui tre dischi d’oro e un dvd di platino. Hanno stretto collaborazioni importanti come quella con Joel Madden (Good Charlotte) nel singolo del 2009 “Sulla mia pelle”; hanno poi aperto concerti di artisti internazionali come Tokio Hotel e Simple Plan. All’apice del successo, nel 2011, la band ha deciso di sciogliersi per intraprendere nuove strade, e dopo diversi anni di silenzio, nel 2018, sono ritornati ufficialmente nelle scene con un concerto a sorpresa in occasione del Vivi Festival di Vicenza, che ha registrato il tutto esaurito.
L’ARTISTA
«Una canzone buona – racconta Walter Fontana - è nata in maniera naturale e spontanea. Un bisogno di raccontare la quotidianità della nostra generazione presa con le paure, le ambizioni, gli amori e le delusioni. E’ nata una notte, in maniera quasi inaspettata. Attorno a me il silenzio della casa. Ho preso in mano la penna e ho iniziato a scrivere. Le parole sono scivolate sul foglio senza incontrare ostacoli. La melodia iniziava a girarmi in testa e sentivo che tutto era perfetto, sincero, stavo parlando a me stesso ma allo stesso tempo a un qualcuno di non ben definito. Le note si incastravano come piccoli mattoncini di un lego. Siamo poi finiti nello studio di Milano e insieme al nostro produttore Francesco Catitti abbiamo fatto indossare alla nostra canzone il vestito adeguato per il grande ballo». Ma la pettorina “cerca-casa” l’ha indossata Diana. E la sua vita è diventata gioiosa musica.
Federica Cappellato
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Il Gazzettino