PADOVA - Niente telecamere, zona poco illuminata e quasi nascosta, nonostante sia a pochi passi dal cuore della città. La settimana scorsa era andata bene, con un bottino...
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NEL MIRINODopo qualche giorno di quiete, i ladri e le loro spaccate tornano a tormentare il cuore del capoluogo padovano. Siamo arrivati al colpo numero quarantasei, anche se ormai da un po' i commercianti hanno pure smesso di contarli: «Uno più, uno meno. La situazione è chiara» biascicano le vittime.
Secondo i carabinieri, che sono intervenuti per il sopralluogo di entrambi i colpi da Gino's, quella che ha agito la settimana scorsa sarebbe una mano diversa rispetto a quella (o quelle) che hanno messo a ferro e fuoco il centro negli ultimi mesi. D'altro canto tre presunti responsabili di alcuni dei colpi sono in carcere - Diop Alassane, Amor Ben Lazhar Torch e Luca Smania - e per la prima volta i malviventi (che potrebbero essere almeno due) hanno utilizzato un tombino per fracassare la vetrata e penetrare all'interno del locale. L'altra notte, invece, i ladri sono tornati a utilizzare da Gino's lo strumento principe delle spaccate: il piede di porco. Con quello hanno scardinato la porta d'ingresso e poi hanno agito come da copione ben consolidato: fuori in pochi secondi con la refurtiva da caricare su un'auto.
«Non ci sono telecamere qui - spiega Fabio Ruzzon, il titolare - la strada è poco illuminata, non hanno fatto troppa fatica. Visto quel che mi hanno combinato la settimana scorsa, avevo giusto contattato l'installatore di antifurti. Doveva venire domani (oggi, ndr), ma i ladri mi hanno battuto sul tempo. Nuova spaccata, via ancora il fondo cassa e il vino. Devono essersi trovati bene, evidentemente, l'altra volta» scherza amaramente.
LE INDAGINII carabinieri hanno rilevato le tracce biologiche - i ladri la settimana scorsa si sono feriti - e impronte nel ristorante dell'aeroporto Allegri da inviare al Ris per un confronto, sperando che i malviventi siano già schedati nella banca dati delle forze dell'ordine. La Scientifica della polizia invece ha esaminato il salone da parrucchiere di via Vecellio.
Nel frattempo, uno dei tre arrestati per le spaccate in centro è già stato scarcerato. Si tratta di Luca Smania 51 anni, con un passato di tossicodipendenza, accusato del colpo al bar Al Vescovado, all'ombra del Duomo: ora si trova ai domiciliari a casa della sorella. E anche il tunisino di 39 anni Amor Ben Lazhar Torch, finito in manette per due spaccate e per ricettazione, ha chiesto di poter trascorrere i domiciliari a casa della sorella che risiede in una casa dell'Ater per cui è stato avviato anche l'iter per sfratto per morosità, visto che non è mai stato pagato l'affitto. Ancora dietro le sbarre, invece, il gigante senegalese, Diop Alassane, 42 anni, che a spallate buttava giù le porte dei bar per rubare i pochi spiccioli che c'erano in cassa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino