Calcio e pugni a un poliziotto Il video inguaia uno studente

PADOVA - Il momento del calcio in faccia al vicequestore (Fossella)
PADOVA - Uno è finito agli arresti domiciliari, mentre per altri quattro, tutti vicini ai centri sociali, è scattata la denuncia con l'obbligo di dimora. Con i...

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PADOVA - Uno è finito agli arresti domiciliari, mentre per altri quattro, tutti vicini ai centri sociali, è scattata la denuncia con l'obbligo di dimora. Con i provvedimenti eseguiti stamani dalla polizia si sono giunte a una svolta le indagini sull'aggressione al dirigente della squadra mobile della Questura di Padova, Marco Calì, avvenuta il 14 novembre scorso nel corso di scontri tra polizia e manifestanti dei movimenti antagonisti che avevano cercato di


raggiungere una sede del Pd.



Le misure riguardano cinque persone vicine al centro sociale 'Pedro'. A Christian Cescatti, 30 anni, residente a Padova, sono stati notificati gli arresti domiciliari. Le altre quattro persone coinvolte - Luca Perissinotti, 26 anni, residente a Pordenone; Giorgio Capellazzo, 19, e Federico Panzuto, 21, residenti a Padova; Luca Fertonani, 21, residente a Brescia) - hanno avuto invece l'obbligo di dimora. Cescatti è già noto alle forze dell'ordine per altre vicende, come il coinvolgimento in un episodio di devastazione e saccheggio risalente al 2006 al termine di una manifestazione a Milano in corso Buenos Aires.



Nel corso delle perquisizioni eseguite dalla polizia nelle abitazioni degli indagati sono stati sequestrati fumogeni, una maglia metallica anti-coltello (simile a quelle utilizzate nei macelli per evitare ferite accidentali), delle fionde, una paletta della polizia municipale, un nunchaku (un'arma giapponese usata in alcune arti marziali). I fatti al centro dell'indagine risalgono allo scorso novembre a conclusione di una manifestazione organizzata a Padova dai centri sociali.



Al termine del corteo, circa una trentina di persone aveva cercato di sfondare un cordone della


polizia per raggiungere, in via Beato Pellegrino, la sede provinciale del Partito Democratico per contestare l'operato del governo Renzi. Nel corso dello scontro con la polizia, Calì era stato colpito prima da un calcio all'altezza dello stomaco e poi da due colpi inferti con uno scudo di plastica, uno di quelli usati dai manifestanti. Mentre il dirigente della Mobile era a terra un manifestante l'aveva poi colpito con un calcio al volto e gli aveva fatto volare via il casco e gli occhiali. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino