PADOVA - Sparite le pattuglie miste delle forze dell’ordine per i tagli del governo, il Comune corre ai ripari. Gli agenti della polizia locale saranno affiancati da guardie...
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A Palazzo Moroni hanno già pronta una bozza di convenzione che dovrebbe coinvolgere diverse società di vigilanza distribuite per aree e che dovrebbe partire a febbraio. «L’intenzione - afferma Saia - è far sorvegliare i quartieri da pattuglie di vigilantes, soprattutto negli orari notturni. Nel giro di due settimane quelle dei vigili urbani saliranno a quattro nel turno dopo mezzanotte e mezza: il servizio sarà ulteriormente potenziato con le pattuglie di vigilantes, in servizio nei giorni e nelle zone ritenute più a rischio dall’amministrazione. Pur essendo dotate di armi, le guardie giurate non possono sostituirsi alle forze dell’ordine. La loro funzione sarà di controllare e richiedere l’intervento della polizia locale».
Si punta anche ad aumentare l’organico dei vigili usufruendo della mobilità del personale da altri comuni: in tutto una ventina di agenti.
I costi dei vigilantes? Sui 300mila euro all’anno, afferma Saia. Che fa i conti: «È un investimento accettabile: l’assunzione di dieci vigili costa circa mezzo milione all’anno, con la cifra prevista le guardie giurate in servizio a rotazione saranno almeno 50».
La giunta Bitonci pensa a estendere il servizio di vigilanza privata alla rete di trasporto urbano, ma i tempi non sono ancora maturi. «La precedente amministrazione con i suoi "informatori" disoccupati sugli autobus di Aps ha speso 150mila euro in sei mesi, noi ne tireremo fuori al massimo 50mila per tutto l’anno utilizzando sempre i vigilantes. Abbiamo già presentato un progetto alla società: è assolutamente necessario contrastare l’evasione del pagamento dei biglietti e la violenza che troppo spesso si scatena contro autisti e altri passeggeri».
Di pari passo, confermato l’impegno per l’aumento delle telecamere in città. «Nei prossimi due anni saranno stanziati due milioni di euro per la videosorveglianza - aggiunge Bitonci - Vale a dire che il Comune installerà altre cinquecento telecamere. Ma fondamentale è l’utilizzo che se ne fa: dovranno essere tutte collegate a una centrale operativa unica, mentre ora molte, ad esempio nella zona del cimitero maggiore, non trasmettono alle forze dell’ordine». E lancia un appello: «La soluzione ottimale è l’unione di associazioni di categoria, Comune e privati in modo da creare un coordinamento e magari anche un fondo per la sicurezza». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino