PADOVA Amabili vicine di casa o perfide approfittatrici? Sarà la giustizia a decidere sul conto di mamma e figlia, finite alla sbarre per rispondere dell’accusa di...
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I FATTI
Mamma e figlia, Lidia Bano 79 anni residente a Vigonovo in provincia di Venezia e Anna Compagno ingegnere di 51 anni residente in città in via Vergerio, secondo l’accusa avrebbero abusato dello stato di vulnerabilità di Gasparino Pajaro, anziano di 93 anni e residente anche lui con la moglie in via Vergerio nello stesso stabile della Compagno.
Il pensionato, affetto da patologie come broncopneumopatia cronica ostruttiva, ipertensione arteriosa con secondaria cardiopatia, poliartrosi, ipoacusia senile, cataratta e sindrome ansiosa depressiva almeno dal 2016, nel 2017 era intenzionato a vendere la sua casa di montagna. Uno splendido chalet ad Auronzo di Cadore, di fatto ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. Una decisione maturata per fare fronte alle necessità quotidiane e a quelle dell’anziana moglie di 91 anni. Mamma e figlia, ancora secondo l’accusa, si sono subito interessate all’acquisto della baita di montagna e avrebbero convinto il vicino di casa, il giorno 7 agosto di due anni fa, ad andare dal notaio per sottoscrivere gli atti relativi alla compravendita.
L’INGANNO
Giunti dal notaio Lidia Bano e Anna Compagno avrebbero indotto il pensionato a sottoscrivere un contratto di compravendita con riserva di usufrutto, non relativo all’abitazione ad Auronzo di Cadore, ma all’appartamento di Santa Rita acquistandolo per la modica cifra di 150 mila euro. Un atto, ancora secondo l’accusa, dannoso per il 93enne considerato il minore prezzo corrisposto rispetto al valore di mercato del diritto di proprietà acquisito, pari a 203 mila euro.
LA DENUNCIA
Nei giorni a seguire mamma e figlia, sempre per l’accusa, sarebbero tornate dal pensionato per chiedergli: «Gasparino vuole venderci anche la baita di montagna per 50 mila euro?». L’anziano ha trovato al quanto strana quella richiesta, convinto di avere già venduto alla vicina di casa Anna Compagno e a sua madre, l’abitazione di Auronzo di Cadore. Così, un giorno, molto preoccupato ha raccontato quanto gli era accaduto a un avvocato amico di famiglia e a una farmacista, amica della moglie del pensionato. Il legale, dopo avere effettuato una serie di accertamenti, ha presentato un esposto denuncia in Procura e sono scattate le indagini. Lo chalet è stato poi venduto a un veneziano al regolare prezzo di mercato. Gasparino Pajaro è deceduto il 9 maggio di quest’anno, e nell’appartamento di via Vergerio continua a vivere l’anziana moglie, molto malata e accudita da una badante. Ieri mattina, davanti al giudice del Tribunale monocratico, si è aperto il processo a madre e figlia. La prossima udienza è stata fissata il 17 luglio dell’anno prossimo. In aula compariranno i testi della pubblica accusa.
Marco Aldighieri
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Il Gazzettino