In 500 al corteo contro l'accoglienza dei profughi, tensione in piazza Erbe

In 500 al corteo contro l'accoglienza dei profughi, tensione in piazza Erbe
PADOVA - Circa cinquecento padovani si sono ritrovati davanti al municipio per un corteo contro l’arrivo in massa di profughi in città e la loro accoglienza nelle case private...

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PADOVA - Circa cinquecento padovani si sono ritrovati davanti al municipio per un corteo contro l’arrivo in massa di profughi in città e la loro accoglienza nelle case private in convenzione con le cooperative. Anche il sindaco Massimo Bitonci gli assessori della Giunta e i consiglieri comunali di maggioranza in veste privata hanno partecipato alla manifestazione che si è conclusa davanti alla Prefettura. Per segnalare al governo che «Non vogliamo clandestini nelle case private, no a questa vergogna». Tanti gli slogan scanditi dal corteo, uno su tutti: "Immigrati e clandestini, tutti a casa dea Boldrini".








Il pericolo, sostengono i manifestanti, è che si ricreino le condizioni per una nuova via Anelli, con concentrazioni di immigrati che poi diventano spacciatori. O peggio terroristi. Per dire no a tutto questo di sono ritrovati centinaia di padovani. Massimiliano Pellizzari dell’associazione commercianti del centro (Acc) ha promosso l’iniziativa: «Padova non è razzista, ma questo è assistenzialismo. Ai rifugiati non possiamo dare niente: non ce n'è neanche per noi». La petizione "contro" aperta dall’Acc ha già raggiunto le cinquemila firme.







Qualche attimo di tensione in piazza delle Erbe dove un gruppo di noglobal ha insultato i partecipanti al corteo. Gli antagonisti sono stati subito accerchiati dalla polizia in assetto anti-sommossa e la schermaglia è rimasta a parole. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino